Vite dei Santi
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Bouquet spirituale:

10 dicembre

Traslazione della Santa Casa di Loreto
Traslazione della Santa Casa di Loreto

Traslazione della
Santa Casa di Loreto
(1291 e 1294)

La terribile notizia che la Terra Santa era perduta per i cristiani diffuse un profondo dolore in tutta la Chiesa; ma allo stesso tempo un'altra notizia giunse a consolare le anime cristiane: la santa Casa di Nazareth, dove la Vergine Maria aveva concepito il Verbo fatto carne, era stata trasportata dagli Angeli in Dalmazia.

All'alba, gli abitanti del paese si stupirono nel vedere un nuovo edificio poggiato sul terreno senza fondamenta, e la sua forma attestava un'origine straniera. Cosa potrebbe essere questo monumento? Mentre la gente si interrogava incuriosita, Maria stessa portò la risposta dal cielo al vescovo della diocesi che, gravemente malato, chiedeva al cielo la guarigione per poter andare a vedere il prodigio: "Figlio mio", gli disse Maria apparendo a lui, "questa casa è la casa di Nazareth dove è stato concepito il Figlio di Dio". La vostra guarigione sarà la prova del miracolo.

Tre anni dopo, la Santa Casa, trasportata dalle mani degli Angeli, si alzò nuovamente in volo e scomparve dagli occhi del popolo desolato il 10 dicembre 1294. La mattina seguente, però, gli abitanti di Recanati, in Italia, videro una casa sconosciuta di aspetto straordinario sulla montagna vicino a Loreto. Fu presto stabilito che questa casa era quella di Nazareth, che gli abitanti della Dalmazia avevano visto scomparire improvvisamente nello stesso momento. Da qui un immenso raduno di persone.

Nel XIV secolo fu costruito un magnifico tempio a guardia della casa miracolosa. Questo tempio esiste ancora ed è visitato quotidianamente da molti pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Che cosa non dice questo venerabile monumento al cuore del cristiano? Quanti misteri richiama! Quante meraviglie di santità ha visto! Quanti miracoli implica la sua presenza a Loreto e la sua esistenza oggi! Il pellegrino ama dire a se stesso: "Lì ha pregato Maria, lì ha lavorato Giuseppe, lì ha vissuto Gesù! Gli piace baciare un oggetto di scarso valore in sé, ma più prezioso di tutti i tesori, per i ricordi ad esso legati: si chiama la Sacra Scodella; è il piccolo recipiente di terra dove il Salvatore, secondo la tradizione, prendeva il suo cibo.

Tradotto dal francese: Abbé Léon Jaud, Vie des Saints pour tous les jours de l'année, Tours, Mame, 1950


Preghiera

O Dio, che per il mistero dell'Incarnato Verbo hai consacrato la casa della Beata Vergine Maria e mirabilmente l'hai collocata in seno alla tua Chiesa, ottienici che separati dalle case dei peccatori, diventiamo degni abitatori della tua casa eterna.


Preghiera tradizionale

O Maria Vergine Immacolata e Madre nostra Santissima, noi ci portiamo in ispirito alla Santa Tua Casa che gli Angeli trasportarono sul fortunato colle di Loreto, e fiduciosi a Te, nostra Madre, rivolgiamo umile preghiera: Tra quelle Sante Mura, Tu fosti concepita senza peccato e bella più che l'Aurora venisti alla luce; nella preghiera e nell'amore più sublime vivesti la Tua vita di fanciulla e di giovanetta ivi dall'Angelo fosti salutata a Benedetta fra tutte le donne e divenisti Madre di Dio; per tutto questo, o Maria, rivolgi lo sguardo benigno su di noi, poveri' figli tuoi, esuli in questa valle di pianto, e concedici tutte le grazie che Ti domandiamo; benedici le nostre famiglie, consola i nostri infermi, guida i nostri passi fino a che, non ci sia dato venire in Cielo a ripeterTi il saluto dell'Angelo: Ave Maria.


Supplica alla Madonna di Loreto

O Maria Loretana, Vergine gloriosa, noi ci accostiamo fiduciosi a Te: accogli oggi la nostra umile preghiera. L’umanità è sconvolta da gravi mali dai quali vorrebbe liberarsi da sola.

Essa ha bisogno di pace, di giustizia, di verità, di amore e si illude di poter trovare queste divine realtà lontano da tuo Figlio. O Madre! Tu portasti il Salvatore divino nel tuo seno purissimo e vivesti con Lui nella santa Casa che noi veneriamo su questo colle loretano, ottienici la grazia di cercare Lui e di imitare i suoi esempi che conducono alla salvezza.

Con fede e amore filiale, ci portiamo spiritualmente alla tua Casa benedetta. Per la presenza della tua Famiglia essa è la Casa santa per eccellenza alla quale vogliamo si ispirino tutte le famiglie cristiane: da Gesù ogni figlio impari l’ubbidienza e il lavoro; da Te, o Maria, ogni donna apprenda l’umiltà e lo spirito di sacrificio; da Giuseppe, che visse per Te e per Gesù, ogni uomo impari a credere in Dio e a vivere in famiglia e nella società con fedeltà e rettitudine.

Molte famiglie, o Maria, non sono un santuario dove si ama e si serve Dio; per questo Ti preghiamo affinché Tu ci ottenga che ognuna imiti la tua, riconoscendo ogni giorno e amando sopra ogni cosa il tuo Figlio divino.

Come un giorno, dopo anni di preghiera e di lavoro, egli uscì da questa Casa santa per far sentire la sua Parola che è Luce e Vita, così ancora dalle sante mura che ci parlano di fede e di carità, giunga agli uomini l’eco della sua parola onnipotente che illumina e converte.

Ti preghiamo, o Maria, per il Papa, per la Chiesa universale, per l’Italia e per tutti i popoli della terra, per le istituzioni ecclesiali e civili e per i sofferenti e i peccatori, affinché tutti divengano discepoli di Dio.

O Maria, in questo giorno di grazia, uniti ai devoti spiritualmente presenti a venerare la santa Casa ove fosti adombrata dallo Spirito Santo, con viva fede Ti ripetiamo le parole dell’Arcangelo Gabriele: Ave, o piena di grazia, il Signore è con Te!

Noi Ti invochiamo ancora: Ave, o Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei Cristiani.

Tra le difficoltà e nelle frequenti tentazioni noi siamo in pericolo di perderci, ma guardiamo a Te e Ti ripetiamo: Ave, Porta dei Cielo; ave, Stella del Mare! Salga a Te la nostra supplica, o Maria. Essa Ti dica i nostri desideri, il nostro amore a Gesù e la nostra speranza in Te, o Madre nostra. Ridiscenda la nostra preghiera sulla terra con abbondanza di grazie celesti. Amen.
– Salve, o Regina