Bouquet spirituale:
7 maggio
L'XI secolo, secolo di lotte per il sacerdozio contro la barbarie, fa salire oggi un nuovo martire a Gesù risuscitato. È Stanislao, che la Polonia pone nei primi ranghi dei suoi difensori. Lo immolò all'altare un principe cristiano, a cui egli rimproverava i vizi; il sangue del Pontefice si mescolò a quello del Redentore in un medesimo Sacrificio. Quale forza invincibile in questi agnelli che ha mandato in mezzo ai lupi (Mt 10,16)! D'un tratto il leone si rivela in essi, come si dimostrò nel divino Risorto. Non vi è un secolo che non abbia avuto i suoi martiri, gli uni per la fede, gli altri per l'unità della Chiesa; altri ancora per la sua libertà, per la giustizia, per la carità, per la conservazione della santità nei costumi, come santo Stanislao. Il XIX secolo pure ha veduto i suoi martiri: essi furono numerosi nell'estremo Oriente; il XX sarà forse chiamato a vederne in Europa (1)? Dio lo sa. Il penultimo secolo, al suo inizio, non sembrava affatto destinato a fornire la messe abbondante che produsse il vasto campo della Francia cattolica. Qualunque cosa avvenga, siamo pur certi che lo Spirito di forza non mancherà agli atleti della verità. Il martirio è uno dei caratteri della Chiesa, e non le è mancato in nessuna epoca. Gli Apostoli, che in questo momento circondano Gesù risorto, hanno, uno dopo l'altro, bevuto il calice appresso a lui; e noi ammiravamo ieri come il discepolo prediletto entrò anch'egli nella via preparata a tutti.
Stanislao nacque nei pressi di Cracovia, nel 1030. La sua giovinezza trascorse nell'innocenza ed in una grande pietà. Dopo aver fatto i suoi studi a Gnesen ed a Parigi, distribuì ai poveri la fortuna che i suoi genitori gli avevano lasciato, morendo. Ordinato Sacerdote, la sua influenza fu considerevole, grazie alla santità della vita ed alla forza dei suoi insegnamenti. Nonostante la sua riluttanza, dovette accettare di divenire vescovo di Cracovia nel 1072. Si distinse allora per lo spendere di tutte le virtù pastorali e per la carità verso i poveri. La franchezza nel rimproverare a Boleslao i suoi disordini e la sua crudeltà gli attirarono l'odio di quel principe, che osò assassinarlo ai piedi dell'altare, 1'8 maggio del 1253.
Forza cristiana. Tu fosti potente in opere ed in parole, Stanislao! Dio, come ricompensa, ti dette la corona dei suoi martiri. Dal seno della gloria dove gioisci, domanda al Signore il dono della forza che brillò in te e di cui noi abbiamo tanto bisogno per vincere gli ostacoli che intralciano il nostro cammino. Il nostro condottiero risuscitato non vuole al suo seguito che valorosi soldati. Il regno in cui sta per entrare, lo conquistò d'assalto, e ci avverte che, se pretendiamo di seguirvelo, dobbiamo disporci a farci violenza. Fortificaci, soldato del Dio vivente; sia che dobbiamo sostenere la lotta per la fede o l'unità della Chiesa, sia che la battaglia debba svolgersi contro i nemici invisibili della nostra salvezza. Pastore buono, che non hai né indietreggiato né tremato di fronte al lupo, ottenici dei pastori simili a te. Sostieni la santa Chiesa, che è esposta ai nemici su tutta la terra. Converti i suoi persecutori, come convertisti Boleslao, che ti assassinò, ma che ritrovò la salvezza nel tuo sangue. Ricordati della tua amata Polonia, che ti onora con un culto così fervoroso. Non è ora che riprenda il suo posto tra le nazioni? Nelle sue prove, essa ha conservato il vincolo sacro della fede e dell'unità cattolica, è stata paziente e fedele; supplica Gesù di avere pietà di essa, di ricompensare la sua pazienza e la sua fedeltà. Che si degni di farle prendere parte alla sua risurrezione; quel giorno sarà di gioia per tutte le Chiese che esistono sotto il cielo, poiché essa è loro sorella; e, se rivivrà, canteremo ovunque al Signore un cantico nuovo.
Nota:
1. Il XX secolo ha avuto, ed ha ancora, i suoi martiri. Cristiani ne sono morti a migliaia; altri soffrono e muoiono in mezzo ad orribili supplizi e assolute privazioni, nelle miniere, nei campi di concentramento, in Estremo Oriente, in Russia, in Germania, nell'Europa centrale, come qualche tempo fa nel Messico e nella Spagna, per la difesa della fede e la libertà della Chiesa, vittima del nazismo o del comunismo ateo.
Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959