Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

15 giugno

Santi Vito, Modesto e Crescenzia
Santi Vito, Modesto e Crescenzia

Santi Vito, Modesto
e Crescenzia
Martiri
(† 303)

«Voi sarete i miei testimoni». Lo Spirito divino, che domina sul tempo dopo la Pentecoste, è innanzi tutto il testimone del Verbo, (Gv. 15, 26). L’Uomo-Dio lo annunciava sotto questo aspetto al mondo che egli doveva lasciare per far ritorno al Padre, dopo aver reso la sua testimonianza alla suprema verità (ibid. 18, 37). Formati dallo Spirito sull’immagine del Figlio dell’Uomo, i fedeli sono anch’essi dei testimoni, la cui missione é di schiacciare la menzogna, nemica di Dio, esprimendo la verità con le parole e con le opere. Ma la testimonianza suprema, che non a tutti è dato di rendere, é quella del sangue; i martiri sono i privilegiati di questa lotta incessante del vero contro il falso, in cui é compendiata la storia. Essi non potevano mancare di risplendere nel cielo in questi giorni. Presto la Chiesa esulterà alla nascita di Giovanni il Precursore, quest’uomo così grande fra tutti (Mt. 11, 11), e la cui grandezza consisté nell’essere stato mandato da Dio per servire da testimone, per rendere testimonianza alla luce (Gv. 1, 6-8). Avremo allora occasione di meditare più a lungo su questi pensieri, ai quali sembra che vogliano prepararci già le giubilanti schiere di martiri che si vanno succedendo, come per annunciare il prossimo arrivo dell’Amico dello Sposo (Gv. 3, 29).

Un Santo ausiliatore. Oggi, accompagnato da Modesto e Crescenzia, san Vito viene a farci comprendere il valore del battesimo, e la fedeltà dovuta al Padre che è nei cieli. Grande è la sua gloria in cielo e in terra; i demoni, che tremavano davanti a lui, continuano a temerlo; il suo nome rimane impresso nella memoria del popolo cristiano come quello di uno fra i più potenti ausiliari, al seguito di sant’Erasmo. San Vito possiede il potere di liberare coloro che ricorrono a lui quando sono colpiti dal male crudele che porta il suo nome. Egli neutralizza i morsi dei cani arrabbiati e quelli dei serpenti, e si mostra pietoso verso gli stessi animali. Lo si prega ancora contro la letargia, o il sonno troppo prolungato; il gallo che lo accompagna in varie raffigurazioni ricorda tale uso, come pure quello di invocare il nostro santo per ottenere di essere destati ad una data ora. La sua protezione si estende infine ai danzatori e ai commedianti.

Vita. Il culto di san Vito risale alla più remota antichità, ma gli Atti della sua vita hanno subito tali interpolazioni che è molto difficile sceverare il vero dalla leggenda. Essi riferiscono che, ancora bambino, avrebbe sofferto per la fede, in compagnia di Modesto, suo precettore, e di Crescenzia, sua nutrice. A Roma, fu dedicata a san Vito una Chiesa dal papa Gelasio e a Parigi il monastero di San Dionigi si faceva vanto nell’vill secolo di possedere alcune delle sue reliquie. Queste ultime furono cedute al monastero di Corvey, nella Sassonia, e da allora il culto di san Vito divenne molto popolare in Germania.

Preghiera per la guarigione.

Illustre martire, che hai preferito il Padre del cielo a quello della terra, chi può mai descrivere la tenerezza di cui ti circonda Colui che tu hai con tanto coraggio riconosciuto davanti agli uomini? Egli vuole che fin da quaggiù risplendano nei tuoi riguardi i segni della sua munificienza; poiché ti affida una larga parte nell’esercizio della sua potenza misericordiosa. In cambio della santa libertà che regnò nella tua anima e sottomise in una completa obbedienza il tuo corpo a quest’anima, tu possiedi sulla natura decaduta un meraviglioso potere; gli infelici le cui membra disordinatamente agitate da una crudele malattia non conoscono più la guida di una volontà sovrana, gli uomini stessi che un sonno troppo prolungato non lascia più liberi delle proprie azioni, ritrovano ai tuoi piedi la perfetta armonia del corpo e dell’anima, poiché la docilità del primo permette alla seconda di attendere ai doveri che le incombono verso Dio e verso la società. Illustre santo, sii sempre più prodigo nell’esercizio del tuo prezioso dono, per il bene dell’umanità sofferente e per la maggior gloria di Dio che ti ha incoronato. Noi te lo chiediamo per tutti insieme alla Chiesa, e per tuo mezzo chiediamo a Dio « di allontanare da noi ogni sentimento di orgoglio, di farci professare l’umiltà che piace a Dio, affinchè, disprezzando ciò che è male, pratichiamo amorosamente e liberamente tutto ciò che è bene » (Colletta della Messa).

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959; Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879