Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

9 giugno

Santi Primo e Feliciano
Santi Primo e Feliciano

Santi Primo e Feliciano
Martiri
(† 286)

Diversità dei Santi. In questo mondo, tutto ha un solo fine: dare fin da quaggiù le attrattive del cielo alla Chiesa, preparare la sua veste per l’eternità: veste sublime fatta delle virtù dei santi, che deve rendere l’eletta del Verbo degna di sedere alla destra dello Sposo nel più alto dei cieli (Apoc. 19, 7-8; Sai. 44, 10). Il Ciclo sacro, nella sua annuale successione, ci offre l’immagine del lavoro incessante mediante il quale lo Spirito Santo, nel variare i meriti dei servi di Dio, compone in tal modo per le nozze eterne la mirabile varietà degli ornamenti della Chiesa di cui essi sono i membri. Due martiri, imporporati del loro sangue, vengono oggi ad accrescere il candore scintillante delle opere di Norberto, e si presentano come intrepidi sostegni dei confessori di Cristo, in mezzo alle atroci persecuzioni che infuriarono sulla Chiesa. Una stessa battaglia doveva porre termine alla loro vita quaggiù, e generarli al cielo.

Di questi due Santi, non sappiamo nulla di certo intorno alla vita e alla morte. Gli Atti del loro martirio – se fossero autentici – ci permetterebbero di collocarli al tempo di Diocleziano. La tradizione riferisce che essi erano già nell’età matura quando si convertirono. La loro santità ci è del resto testimoniata dal culto di cui furono oggetto fin dalla più remota antichità. I loro corpi riposavano a Nomentanum, oggi Mentana; papa Teodoro I (642-649) li trasferì a Roma e li fece deporre in Santo Stefano Rotondo, sul Celio. Un mosaico li mostra mentre tengono in mano il rotolo della Legge divina.

Preghiera.

Veterani delle battaglie del Signore, fateci comprendere quale forza occorra portare in ogni età al servizio di Dio. Meno fortunati di noi, voi conosceste tardi il Vangelo e le ricchezze inestimabili che esso apporta al cristiano. Ma la vostra gioventù fu rinnovata come quella dell’aquila (Sai. 102, 5) nel santo battesimo, e lo Spirito Santo produsse in voi frutti copiosi. Quando infine suonò l’ora del trionfo finale, il vostro coraggio uguagliò quello dei più valorosi combattenti. Ridestate in mezzo a noi la fede nella parola di Dio; le sue promesse ci faranno, al pari di voi, disprezzare la vita presente. Richiamate la pietà alle vere sorgenti che fortificano l’anima, alla conoscenza, all’uso quotidiano delle sacre formule che ricongiungono con tanta sicurezza la terra al cielo da cui esse sono discese.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959; Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879