Bouquet spirituale:
11 maggio
Oggi si presentano a noi due dei fortunati testimoni della Risurrezione del nostro amatissimo Salvatore; Filippo e Giacomo vengono ad attestarci che il loro Maestro è realmente risorto da morte, che l’hanno veduto, che hanno potuto toccarlo, che si sono trattenuti con lui durante questi quaranta giorni. Ed affinchè non ci sorga il dubbio sulla sincerità della loro testimonianza, tengono nelle mani gl’istrumenti del martirio che hanno subito per attestare che Gesù, dopo aver patito la morte, è uscito vivo dalla sua tomba.
San Filippo. La predicazione di san Filippo, secondo la tradizione si svolse presso gli Sciti; e si suppone che sia morto a Gerapoli nella Frigia. Antichi documenti attestano che fu martirizzato sotto Domiziano o Traiano.
San Giacomo il Minore. San Giacomo, più conosciuto, fu chiamato il «Fratello del Signore» perché esisteva un legame di parentela tra la madre sua e quella di Gesù. In questi giorni del Tempo pasquale egli viene offerto in modo speciale alla nostra ammirazione. Noi sappiamo dall’Apostolo san Paolo che egli fu favorito dal Salvatore risorto con una speciale apparizione. Ed un tale privilegio corrispose, senza dubbio, ad una dedizione particolare di questo discepolo verso il Maestro. Fu nominato primo. Vescovo di Gerusalemme e fu così grande la fama delle sue virtù, che in tutta la città lo chiamavano il «Giusto». Gli Ebrei, troppo ciechi per capire che il tremendo disastro della loro città era dovuto al castigo per il deicidio, ne videro la causa nell’assassinio di Giacomo, caduto sotto i loro colpi, mentre pregava per essi. Riusciremo a penetrare l’anima così serena e pura del santo Apostolo, leggendo l’ammirabile Epistola per mezzo della quale egli ancora ci parla. In essa con celestiale linguaggio c’insegna che dobbiamo congiungere le opere alla fede, se vogliamo essere giusti di quella giustizia che ci renderà simili al nostro Capo risuscitato.
Le reliquie dei santi Giacomo e Filippo, riposano a Roma, nella Basilica detta dei Dodici Apostoli e formano uno dei tesori più sacri della città eterna. Quelle di san Filippo vi furono trasportate durante il Pontificato del Papa Pelagio I (morto nel 560), il primo di maggio, giorno in cui si festeggiava la Dedicazione di quella Chiesa; quelle di san Giacomo, vi vennero portate un po’ più tardi. Eccettuate le feste di san Giovanni Evangelista e di sant’Andrea fratello di san Pietro, per molto tempo la Chiesa di Roma non celebrò le altre feste degli Apostoli, che univa alla solennità dei SS. Pietro e Paolo. L’accoglienza tributata ai corpi dei santi Filippo e Giacomo, trasportati qui dall’Oriente nel VI secolo, dette luogo all’istituzione della festa odierna in loro onore; e questa derogazione condusse a poco a poco ad inserire, nel ciclo liturgico, anche le feste degli altri Apostoli ed Evangelisti.
Preghiera ai due Apostoli
Voi, Apostoli santi, vedeste Gesù risuscitato in tutta la sua gloria, che vi disse la sera di Pasqua: « la pace sia con voi! » e vi apparve poi durante questi quaranta giorni, per rendervi sicuri della sua Risurrezione. Grande fu la vostra gioia nel ricevere il Maestro, che si era degnato di scegliervi tra i suoi intimi confidenti, ed il vostro amore per lui divenne più che mai ardente. Noi ci rivolgiamo a voi come a iniziatori dei fedeli ai misteri della Pasqua e come a nostri speciali intercessori in questo Tempo sacro. Fateci conoscere ed amare Gesù risorto. Dilatate i nostri cuori nell’allegrezza pasquale, e non permettete che perdiamo mai quella vita che abbiamo riconquistata con Gesù.
Preghiera a San Filippo.
La dedizione che hai verso di lui, o Filippo, apparve fino dai primi giorni della tua vocazione. Avevi appena conosciuto il Messia, che già accorrevi ad annunziarlo all’amico Natanaele. Gesù, ti lasciava accostare alla sua persona con dolce familiarità.
Al momento di compiere il miracolo della moltiplicazione dei pani a te si rivolse, dicendoti con bontà: « Dove compreremo il pane per sfamare questa gente? ». Pochi giorni prima della Passione del Maestro, uomini Gentili, che desideravano vedere coi loro stessi occhi il grande profeta di cui si raccontavano meraviglie, si rivolsero a te per essere condotti fino a lui. E con quale ardore nell’ultima Cena domandasti a Gesù di farti conoscere il Padre celeste! L’anima tua aspirava alla divina luce; e, quando venne infiammata dal fuoco dello Spirito Santo, nulla più superò il tuo coraggio. Per ricompensarti dell’opera tua. Gesù ti fece partecipe all’onore della sua croce. Domanda, Apostolo santo, che noi imitiamo questa tua ardente ricerca presso il nostro comune Maestro, e che dolce ci sia la croce, quando a lui piacerà di renderci partecipi.
Preghiera a San Giacomo.
Noi onoriamo in te l’amore che portasti al Redentore; in te che venisti chiamato il Fratello del Signore, che a lui rassomigliasti nei tratti del nobile volto , che fosti Pastore della Chiesa di Gerusalemme. Se avesti come gli altri un momento di debolezza al Tempo della Passione, il tuo pentimento ti riaccostò a Gesù: dopo Pietro, fosti il primo degli Apostoli al quale egli si degnò manifestarsi in particolare. Ci felicitiamo per questo favore così invidiabile; in cambio mostraci quanto grande sia la dolcezza del Signore nostro risuscitato. Il tuo cuore, o Apostolo santo, non aspirò più ad altro che a dimostrare a Gesù tutta la riconoscenza di cui era colmo; e l’ultima testimonianza che rendesti alla sua divinità nella città infedele, ti aprì, per mezzo del martirio, quella via che per sempre doveva riunirti a lui. Ottieni, Apostolo generoso, che anche noi lo confessiamo con quella fermezza che conviene ai suoi discepoli, e che mai ci venga fatto di esitare, quando si tratterà di proclamare i suoi diritti su tutte le creature.
Preghiera per la Chiesa.
Riunendovi in un’unica preghiera, o santi Apostoli, vi domandiamo di avere pietà della Chiesa d’Oriente che evangelizzaste. Pregate per Gerusalemme, profanata dallo scisma e dall’eresia, otteneteci di poterla vedere presto libera e purificata; che i Luoghi Santi cessino di essere ogni giorno macchiati di sacrilegio. Suscitate nei cristiani dell’Asia Minore il desiderio di rientrare nell’ovile, governato dal sommo Pastore. E finalmente, o Apostoli santi, pregate per Roma, divenuta la vostra seconda patria, visto che è tra le sue mura che attendete la gloriosa Risurrezione.
Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959