Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

25 ottobre

Santi Crispino e Crispiniano
Santi Crispino e Crispiniano

Santi Crispino e Crispiniano
Martiri
(† 286)

Crispino e Crispiniano nobili romani, dall'esempio di san Paolo per guadagnarsi il campamento s'applicarono a un lavoro manuale coll'esercitare l'arte del calzolaio. Siccome erano caritatevoli, né mai chiedevano mercede dell'opera loro, così parecchi si affezionarono ad essi, e venivano a trovarli, per udirli a ragionare delle cose di Dio, e più d'uno a lungo andare abiurato l'errore si convertì a Cristo. Il che essendo stato riferito al presidente, mentre stavano rattoppando le scarpe d'alcuni poverelli vennero catturati. Condotti in tribunale, perché non vollero apostatare, data loro la corda, furono da poi crudelmente flagellati.

Quindi si passò ad altri barbari tormenti da far inorridire al solo pensarvi. In mezzo però a quelle ripetute torture, sempre sopportate con mirabile costanza, i due campioni risposero al tiranno, che non rinuncierebbero mai alla fede. Trucidati con un colpo di scimitarra, volarono vittoriosi a ricevere la palma il 25 ottobre l'anno 314.

Il coraggio di codesti santi martiri nel confessare il nome di Gesù Cristo e nel soffrire tanti tormenti per non perdere la sua grazia, animi la nostra fede a confessare le sante massime del Vangelo in faccia a tanti mondani, e a soffrire qualunque male e perdita, piuttosto che acconsentire al peccato e incorrere nella divina indignazione. Le parole piene di fuoco celeste che lo Spirito Santo mise loro in bocca avanti al tiranno, rimangano scolpite nel nostro cuore, e serviamoci di esse per resistere alle beffe a cui, in mezzo alla pace che gode presentemente la Chiesa, è esposta la virtù di chi vuole servire Iddio e conservarsi a lui fedele. Sia la nostra gloria di essere cristiani non di solo nome, che a nulla giova, ma di fatto bensì, preferendo la santa legge di Dio a tutte le promesse e a tutte le minacce degli uomini.

Non solo per l'edificazione e il profitto de' prossimi, ma anco per proprio ben nostro necessita che il conversare e il ragionamento nostro sia di Dio e di cose spirituali. (Sant'Ambrogio)

Michele Sartorio, Il piccolo leggendario ovvero vite de' Santi, Milano, Paolo Ripamonti Carpano, editore, 1847