Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

25 ottobre

Santi Crisante e Daria
Santi Crisante e Daria

Santi Crisante e Daria
Martiri
(† 286)

Modo di onorare i Martiri. Tutte le volte che noi celebriamo le feste dei santi martiri, speriamo di ottenere dal Signore, per la loro intercessione, quelle grazie con le quali imitandoli, meritiamo di conseguire poi i beni eterni.

Ma celebrano veramente le gioiose feste dei martiri coloro che seguono gli esempi dei martiri. Le feste dei martiri sono inviti ad imitare, senza rimpianti, quello che si celebra con gioia.

Noi vogliamo godere con i santi, ma ci rifiutiamo di sopportare, come essi hanno sopportato, la persecuzione del mondo. Chi non imita, per quanto gli è possibile, i martiri, non giungerà alla felicità che essi hanno conseguito e l’Apostolo san Paolo afferma questa verità dicendo: “Se abbiamo parte alle sofferenze, avremo anche parte alle consolazioni” (II Cor. 1, 7). Il Signore dice nel Vangelo: “Se il mondo vi odia, sappiate che ha odiato me prima di voi” (Gv. 15, 18). Rinuncia a far parte di un corpo colui che non vuole sopportare l’odio col capo di quello stesso corpo (Sant’Agostino, Discorso XLVII).

I martiri della via Salaria. Non avevano i sentimenti or ora accennati, i coraggiosi cristiani che nel giorno anniversario dei martiri Crisante e Daria erano andati a pregare e a celebrare il santo Sacrificio sul luogo del loro martirio. Sopravvenuti i pagani, li murarono nel sotterraneo, ma essi accettarono gioiosi la morte per Cristo di cui rinnovavano il mistico sacrificio. Passarono molti anni e quando suonò per la Chiesa l’ora della vittoria e i cristiani trovarono l’accesso alla sacra cripta assistettero ad uno spettacolo davvero straordinario. Davanti alla tomba in cui riposavano Crisante e Daria era sistemato, tutto attorno all’altare, un gruppo di martiri e sull’altare erano ancora i vasi sacri d’argento, che avevano servito per il santo Sacrificio. Non si osò toccare le ossa dei martiri né variare in alcun modo l’incomparabile scena. Fu di nuovo murata la cripta lasciando una piccola apertura, che permettesse ai pellegrini di penetrare con lo sguardo nell’augusto santuario per ricevere coraggio per le lotte della vita, osservando quanto avevano chiesto ai loro antenati nella fede, i secoli dei martiri. (Il fatto è riferito da Gregorio di Tours, in “Della gloria dei martiri”, 1, 38).

Vita. Nulla sappiamo dei martiri Crisante e Daria. La leggenda ci dice che Crisante convertì la moglie e tutti e due custodirono nel loro matrimonio la verginità. Il loro zelo nel convertire i pagani attirò l’attenzione del prefetto Celerino, che li fece catturare, torturare, condurre in una località della via Salaria, precipitare in una fossa e seppellire vivi. Le loro reliquie sono nella basilica del Laterano.

Darò ai miei Santi un posto scelto nel regno del Padre mio, dice il Signore (Antifona a Mattutino). Così canta la Sposa, celebrando i martiri, e, volendo applicare a voi le parole dello Sposo, fa dell’insigne basilica del Laterano la vostra dimora in terra e vi assegna, come letto di onore e di riposo, il piccolo sacrario, la Confessione sulla quale sta l’altare maggiore della Chiesa, Maestra e Madre di tutte le Chiese (S. Rit. Cong. 7 Agosto 1857, all’Arciv. di Colonia).

Degna ricompensa alle vostre fatiche e alle vostre sofferenze in Roma ove partecipaste alla predicazione degli Apostoli e come essi sigillaste col sangue la parola santa. Continuate a giustificare la confidenza della città eterna in voi, fate sempre più feconda la sua fede, che sempre si conservò pura, conservate inalterabile la sua devozione al Pontefice, il cui soggiorno a Roma fa di essa la capitale del mondo, il vestibolo del cielo. Le vostre reliquie sante, per la munificenza di Roma, hanno portato anche lontano la loro potente protezione. Degnatevi appoggiare con la vostra intercessione la preghiera che prendiamo a prestito dai vostri devoti di Eifflia: O Dio, che, nei tuoi santi, Crisante e Daria hai dato risalto alla gloria della verginità con la consacrazione del martirio, fa’ che, sostenuti dalla loro intercessione, spegniamo in noi la fiamma dei vizi e meritiamo di essere tuo tempio, in compagnia dei cuori puri.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959