Bouquet spirituale:
23 maggio
Giovanna Antida Thouret nacque il 7 novembre 1765 a Sancey-le-Long, vicino a Besangon in Francia, quinta figlia di una famiglia numerosa. Suo padre era un conciatore di pelli; la madre morì quando Giovanna aveva sedici anni ed ella dovette occuparsi della casa per sei anni, fino a quando la chiamata alla vita religiosa non divenne così pressante da farle chiedere di entrare nelle Sorelle della Carità di S. Vincenzo de' Paoli di Parigi. Accolta nell'istituto, si ammalò gravemente due volte.
Quando scoppiò la Rivoluzione a Parigi, le sorelle continuarono a lavorare, fino a che, nel 1793, l'ordine religioso fu disperso. All'epoca, Giovanna non aveva ancora pronunciato la professione. Scappò dalla città e riuscì ad arrivare a Sancey a piedi. Il padre era morto e un suo fratello si era unito ai rivoluzionari. Giovanna andò a vivere con la nonna e aprì una scuola, dove al mattino insegnava ai bambini del villaggio, trascorrendo il resto delle sue giornate in visite a malati e bisognosi.
Nel 1796 Giovanna si rifugiò in Svizzera presso le Suore del Ritiro Cristiano, accompagnandole anche in Germania ma facendo ritorno a piedi in Svizzera, a Landeron, nel cantone di Neuchatel, mendicando per vivere. A Landeron conobbe il vicario generale di Besangon, che la invitò a ritornare per dirigere una scuola, dal momento che la situazione in Francia era migliorata. La mancanza di esperienza le creò qualche problema, ma alla fine la scuola venne aperta nell'aprile 1799. In ottobre, con altre quattro suore, si trasferì in un'ampia casa con una grande cucina e un dispensario. Nel 1800 la comunità contava dodici membri, e fu iniziato un noviziato regolare. Ricevette delle critiche per non essere tornata alla propria congregazione di Parigi, ma in realtà la comunità non era stata ancora ristabilita, Giovanna non aveva preso i voti e aveva fondato il nuovo istituto in obbedienza al volere dei suoi superiori. Il prefetto della città le chiese di dirigere l'asilo femminile municipale a Belleveaux, che accoglieva orfani, mendicanti, criminali e malati di mente. Anche in questo caso ricevette delle critiche e venne perseguitata. Nel 1807, tuttavia, l'arcivescovo approvò la regola delle sorelle. Nel 1810 si erano già diffuse in Svizzera e in Savoia, quando il re di Napoli invitò Giovanna a occupare il convento di Regina Coeli e a dirigere l'ospedale nella sua capitale, Giovanna accettò e si recò a Napoli con altre sette sorelle, rimanendovi fino al 1821.
Nel 1818 papa Pio VII approvò l'istituto e nel 1819 lo confermò con una Lettera, che apportò alcune modifiche minori alla regola, stabilendo che per il futuro tutti i conventi della congregazione delle Figlie della Carità sotto la protezione di S. Vincenzo de' Paoli (come sarebbero state chiamate) sarebbero stati sottomessi al proprio vescovo locale e non a quello di Besangon. L'arcivescovo dell'epoca, monsignor Cortois de Pressigny, di idee gallicane, rifiutò l'emendamento romano: separò tutti i conventi della sua diocesi dagli altri della congregazione e vietò loro di accogliere la loro fondatrice e la madre generale. Questo scisma addolorò Giovanna per il resto della sua vita.
Nel 1821 si recò in Francia trascorrendo diciotto mesi a Parigi tentando di trovare una soluzione al problema. Si recò perfino alla casa madre, ma le sorelle, obbedienti al loro arcivescovo, non la ricevettero. Infine Giovanna fece ritorno a Napoli. Trascorse gli ultimi tre anni della sua vita fondando conventi in Italia, e morì il 24 agosto 1826. Venne canonizzata nel 1934.
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