Bouquet spirituale:
9 marzo
Santa Francesca nacque a Roma nel 1384. Sposò in obbedienza ai genitori nel 1405 Lorenzo de’ Ponziani; ma nel matrimonio osservò il genere di vita austera che s’era imposto. Nel 1433 fondò la casa delle Oblate della Congregazione di Monte Oliveto sotto la Regola di san Benedetto, ove, dopo la morte del marito, chiese di entrare. Ebbe a cuore di rimaner all’ultimo posto e di dedicarsi al servizio dei malati, praticando ogni genere di mortificazione. Nutriva un’ardentissima devozione alla Passione e alla santissima Eucaristia. Favorita del dono delle lacrime, dei miracoli e della profezia, finalmente morì a Roma nel 1440; e il Papa Paolo V la iscrisse nel catalogo dei Santi nel 1608.
La sposa cristiana. La Chiesa oggi ci presenta un mirabile esempio di sposa cristiana nella persona d’una dama romana: santa Francesca. La quale, dopo aver dato per un quarantennio di vita matrimoniale l’esempio di ogni virtù, cercò nel ritiro il riposo del suo cuore provato da lunghe tribolazioni. Non aveva però atteso questo momento per darsi al Signore. In tutta la vita praticò opere della più alta perfezione, divenendo oggetto delle compiacenze celesti, mentre con le squisite qualità del cuore si guadagnò l’affetto e l’ammirazione dello sposo e dei figli, dei nobili di cui fu modello, e dei poveri che servì con amore. In premio d’una vita tutta angelica, Dio permise che l’Angelo Custode di Francesca si mostrasse sempre visibile a lei e l’illuminasse con sublimi rivelazioni.
Ma ciò che ci deve particolarmente colpire della sua vita, che ritrae sotto molti aspetti le due grandi Sante Elisabetta d’Ungheria e Giovanna Francesca di Chantal, è la rinunzia. L’innocenza della vita non la dispensò dalle sante austerità; e con questo esempio offerto ai fedeli, il Signore ci volle ammonire di non mormorare contro l’obbligo della penitenza. Questa può anche non essere così severa in noi come lo fu in santa Francesca; però dev’essere altrettanto sincera, se vogliamo presentarci fiduciosi al Dio di giustizia che perdona con facilità all’anima pentita, ma esige soddisfazione.
Elogio. O Francesca, modello d’ogni virtù, tu fosti la gloria di Roma cristiana e il decoro del tuo sesso. Fedele a tutti i doveri, hai attinto in cielo il movente delle tue virtù, così da sembrare un angelo agli occhi degli uomini stupiti. L’energia di un’anima umile e mortificata ti rese superiore a tutti i casi della vita. Piena di tenerezza verso coloro cui Dio stesso ti aveva legata, di calma e di gioia interiore in mezzo alle prove, d’espansione e di amore verso tutte le creature, già mostravi che Dio abitava nell’anima tua predestinata. Non contento d’elargirti là visione e la conversazione del tuo Angelo, il Signore di tanto in tanto sollevava in tuo favore il velo che ancora ci nasconde i segreti della vita eterna. La natura sospendeva le sue leggi, per te, trattandoti già come fosti sciolta dalle condizioni della vita presente.
Preghiera
Noi ti glorifichiamo per questi divini doni, o Francesca! Ma abbi pietà di noi, che siamo tanto lontani dal retto sentiero che tu calcasti. Aiutaci ad essere buoni cristiani; reprimi in noi l’amore mondano e delle vanità, curvaci sotto il giogo della penitenza, richiamaci all’umiltà, e rendici forti nelle tentazioni. Il tuo credito sul cuore di Dio ti rese tanto potente da far produrre dell’uva da ceppo appassito dalle brinate invernali: fa’ che la Vite vera, Gesù, presto ci ristori col vino del tuo amore spremuto sotto il pressoio della Croce. Offrigli per noi i tuoi meriti; tu che soffristi volontariamente per i peccatori. Prega per la Roma cristiana, e fa’ che vi fiorisca l’attaccamento alla fede, la santità dei costumi e la fedeltà alla Chiesa. Veglia sulla grande famiglia dei fedeli: che le tue suppliche ne ottengano l’incremento, e rinnovellino in lei il fervore dei primi secoli.
Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959