Bouquet spirituale:
19 novembre
Sant'Elisabetta, figlia di Andrea II, re d'Ungheria, ha conosciuto tutte le gioie e le grandezze, ma anche tutte le prove della vita, e Dio ha dato in lei un modello perfetto per bambini, ragazze, mogli, madri, vedove e suore, ricchi e poveri. Dopo un'infanzia angelica, fu promessa in sposa al giovane principe Ludwig di Turingia, ma il matrimonio avvenne solo alcuni anni dopo. Da quel momento in poi, Elisabetta diede tutto quello che aveva; si recava sempre nelle cucine del castello per raccogliere gli avanzi e portarli ai poveri. La sua pietà e il suo amore per Dio la spingevano al sacrificio e si elevava a Dio in ogni occasione con straordinaria facilità.
I due giovani sposi, uniti dalla fede ancor più che dalla tenerezza, hanno sempre avuto Dio come vincolo del loro affetto; poche alleanze sono state meglio assortite e più sante della loro. Luigi era un principe eminente per virtù e saggezza, ma Elisabetta non era alla sua altezza. Sotto i suoi ricchi abiti portava sempre un cilicio; ogni venerdì e ogni giorno di Quaresima si faceva dare la disciplina. La devozione di Elisabetta non era né triste né esagerata; al contrario, non la si vedeva mai se non con un viso dolce e gentile.
Le piaceva portare denaro e provviste ai poveri. Un giorno, mentre camminava per un piccolo sentiero accidentato, portando nel mantello pane, carne, uova e altri alimenti per i poveri, si trovò improvvisamente di fronte a suo marito: "Vediamo cosa porti", disse, e contemporaneamente aprì il mantello; ma dentro non c'erano che rose bianche e rosse, anche se non era la stagione della fioritura. Tra gli sfortunati, era particolarmente affezionata ai lebbrosi; lavava le loro ferite e li baciava in ginocchio. Un giorno accudì e mise nel proprio letto un bambino macchiato di lebbra; il marito, che era stato messo in guardia da lei, stava per abbandonarsi all'impazienza, quando, al posto del bambino, vide Gesù crocifisso.
Quale dolore provò Elisabetta quando il marito reale partì per la crociata! Soffrì con grande coraggio questa separazione, che doveva essere definitiva, perché presto arrivò la notizia della morte del Principe Luigi. Elizabeth rimase vedova con quattro figli. Iniziò così una vita di incredibili difficoltà. Cacciata dal castello, ridotta in totale povertà, disprezzata, calpestata, seppe trarre piacere dalle sue sofferenze e morì a ventiquattro anni, con l'abito del Terzo Ordine di San Francesco.
Tradotto dal francese: Abbé Léon Jaud, Vie des Saints pour tous les jours de l'année, Tours, Mame, 1950
Riflessione. La limosina in mano di alcuni pochi è una fonte perenne alla quale vengono a dissetarsi tante labbra inaridite, tanti bisognosi nel colmo della desolazione.
Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879