Vite dei Santi
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Bouquet spirituale:

3 giugno

Santa Clotilde, Regina dei Franchi
Santa Clotilde

Santa Clotilde
Regina dei Franchi
(476-545)

Biondina e Clotilde. Alle origini della Francia cristiana vi sono due sante, santa Blandina e santa Clotilde, entrambe aureolate della gloria d’una meravigliosa maternità spirituale. Ey mentre nella sua verginità la giovane schiava generava per il cielo i martiri di Lione, preparava nello stesso tempo la notte di Natale in cui, grazie alla sua prima regina, sarebbe nata al fonte battesimale di Reims la nazione primogenita della Chiesa.

Clotilde non dové come Blandina versare il proprio sangue; ma altri tormenti la colpirono crudelmente ancor giovinetta, e maturarono la sua anima per i grandi destini che Dio riserva ai privilegiati della sofferenza. La morte violenta del padre Childerico detronizzato da un usurpatore fratricida, la vista dei fratelli massacrati, della madre annegata nel Rodano, la sua lunga prigionia nella corte ariana dell’assassino che portava con sé l’eresia sul trono dei Burgundi, svilupparono in lei lo stesso eroismo di fede che sosteneva Blandina nel doloroso parto dell’Anfiteatro, e doveva fare ugualmente della nipote di Gondebaldo la madre di tutto un popolo. Uniamo dunque i loro nomi in uno stesso omaggio e, prostrati ai piedi dell’eterno Padre da cui deriva ogni paternità in cielo e in terra (Ef. 3, 15), adoriamo le sue vie piene per noi di tenerezza e d’amore.

Dio, il quale ha tratto dal nulla l’universo visibile solo per manifestare la sua bontà, ha voluto che l’uomo, uscendo dalle sue mani senza poter ancora contemplare direttamente il suo autore, incontrasse come prima manifestazione dell’amore infinito la tenerezza di una madre: manifestazione la cui squisita purezza dà alla madre quella facilità che è soltanto sua di compiere mediante l’educazione nell’anima del figlio, la perfetta riproduzione dell’ideale divino che deve imprimersi in lui.

Maternità nell’ordine soprannaturale. Ma la festa di oggi ci rivela come ancora più sublime, più potente e più estesa che nell’ordine della natura, sia la maternità nell’ordine superiore della grazia. Quando Dio, venendo in mezzo a noi, volle assumere la carne nel seno di una figlia di Adamo, la maternità si elevò fino al limite estremo che separa i doni di una semplice creatura dagli attributi divini. Nello stesso tempo che si elevava al di sopra dei cieli, essa abbracciava il mondo, riavvicinando tutti gli uomini, senza distinzione di famiglie o di popoli, nella filiazione della Vergine Madre. Infatti il nuovo Adamo, modello perfetto della stirpe umana e nostro primogenito (Rom. 8, 29; Ebr. 2, 11-12), ci voleva per veri fratelli, fratelli in Maria come in Dio (Mt. 1, 25; Ebr. 1, 6). La Madre di Dio fu dunque proclamata Madre degli uomini sul Calvario; dall’alto della croce l’Uomo-Dio poneva sul capo di Maria la corona di Eva, infranta vicino all’albero fatale. Costituita unica Madre dei viventi per quella augusta investitura (Gen. 3, 20; Gv. 19, 26-27), la Vergine entrava ancora una volta in comunicazione con i privilegi del Padre che è nei cieli. Non solo essa era per natura al pari di lui, Madre del suo eterno Figlio; ma, come ogni paternità deriva quaggiù da quella del sommo Padre, e attinge da essa la sua suprema dignità, ogni maternità non fu più, da allora in un senso perfetto, che una derivazione di quella di Maria, una delega del suo amore, e la comunicazione del suo augusto privilegio di generare a Dio gli uomini che devono essere i suoi figli.

Le madri cristiane giustamente se ne fanno gloria, poiché ciò costituisce la loro grandezza. La loro dignità è cresciuta per Maria fino a un punto che la natura non avrebbe potuto sospettare. Oggi in Clotilde è la sposa cristiana che, preparata dalla chiamata di Dio e dalla sofferenza, si vedrà dotata di una fecondità mille volte maggiore di quella che le veniva dalla terra. Beati gli uomini usciti, per grazia di Maria, da questa fecondità soprannaturale che racchiude tutte le grandezze! beati i popoli cui fu data una madre dalla divina munificenza!

Vita. Clotilde, figlia del re Childerico e della regina Caretena, fu, dopo l’assassinio dei genitori, educata dallo zio Gondebaldp che la diede in sposa a Clodoveo ancora pagano. La dolcezza e le virtù della regina conquistarono a poco a poco Clodoveo alla causa di Cristo. In riconoscenza della vittoria che il Dio di Clotilde gli fece riportare a Tolbiac Clodoveo si convertì con un gran numero dei suoi Franchi e ricevette il battesimo a Reims il 25 dicembre del 497.

Dopo la morte del re, Clotilde ebbe a soffrire molto dalla crudeltà dei figli e dall’uccisione dei nipoti. Si ritirò a Tours presso la tomba di san Martino dove passò i trent’anni della sua vedovanza nella preghiera e nella pratica delle opere pie, distribuendo le sue ricchezze ai poveri, alle chiese e ai monasteri. Morì il 3 giugno del 545. Il suo corpo fu trasportato a Parigi e deposto accanto a quelli di Clodoveo e di santa Genoveffa; ma ne rimangono soltanto le ceneri che sono conservate nella chiesa di Saint-Leu a Parigi.

Gloria di santa Clotilde. Grande è la tua gloria sulla terra e nel cielo, o Clotilde, madre dei popoli. Non solo tu hai dato alla Chiesa il popolo cristianissimo; ma la cattolica Spagna e l’isola dei santi risalgono fino a te dinanzi a Dio attraverso Ingonda e Berta, le tue illustri nepoti. Più fortunata di Clotilde la giovane, Ingonda, aiutata da Leandro di Siviglia, riconduce alla integrità della fede il suo regale sposo Ermenegildo che eleva fino al martirio; Berta accoglie Agostino sulla terra degli Angeli e, secondo le parole dell’Apostolo il quale aveva annunciato che lo sposo infedele sarebbe stato santificato dalla sposa fedele (I Cor. 7, 14), Etelberto viene condotto dal paganesimo al battesimo e alla santità. Da allora, in quanti luoghi nella nostra Europa e su quali lontane sponde, i figli della nazione di cui tu sei direttamente madre non hanno propagato quella luce della fede che avevi donata loro!-Vuoi con la spada nelle loro mani, qual protettrice del diritto che la Chiesa può liberamente insegnare dappertutto e sempre; vuoi essi stessi, come missionari ed apostoli, lungi da ogni possibile protezione ai popoli infedeli i loro sudori e il loro sangue! Beata sei tu che per prima, hai generato a Cristo un popolo puro da qualsiasi macchia di eresia e l’hai votato alla chiesa fin dal suo primo istante! Giustamente, con un solenne omaggio verso la Madre di Dio, la chiesa di santa Maria in Reims fu, nel natale del 497, scelta come luogo di quella illustre nascita, poiché la Vergine ti fece parte allora della sua gloriosa maternità sulla stirpe umana in proporzione meravigliosa.

Santa Clotilde madre. Ed è appunto questo che ci rassicura, o Clotilde, ricorrendo a te. Molti dei tuoi figli non sono più purtroppo, quello che dovrebbero essere riguardo alla loro madre. Ma la Vergine, comunicandoti i diritti della sua maternità, non ha potuto farlo senza comunicarti anche la sua tenera compassione per i figli traviati che non ascoltano più la voce materna. Abbi pietà degli infelici che estranee dottrine (Ebr. 13, 9) hanno trascinato molto lontano dal loro punto di partenza. La monarchia cristiana che tu avevi fondata non c’è più. Tu l’avevi costituita sul riconoscimento dei diritti di Dio nel suo Cristo e nel vicario del suo Cristo. I diritti dell’Uomo hanno prevalso come base del patto sociale. Risuscita in noi, o Regina, la fede. Che il Dio di Clotilde, Signore degli eserciti e Re delle genti, si mostri a noi, riportando la vittoria, sotto il vero nome che Clodoveo gli dava a Tolbiac: Gesù Cristo.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959

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