Bouquet spirituale:
25 maggio
Questa giornata è ancora contrassegnata dal trionfo di un altro Papa. Gesù risorto aveva detto a Pietro: «Seguimi» (Gv. 21, 19). E Pietro lo aveva seguito fino alla croce. Eredi suoi. Urbano e Gregorio, si sono posti appresso al medesimo capo, e noi salutiamo il loro comune trionfo, nel quale brilla quella forza insuperabile che il vincitore della morte ha comunicato, in tutti i secoli, a coloro che ha scelto sulla terra, per rendere testimonianza alla verità ed alla risurrezione.
Urbano nacque a Roma e, dopo essere stato impiegato al servizio della Chiesa, il 14 ottobre del 222, successe a Callisto I. Il suo Pontificato durò sette anni, sotto il regno di Alessandro Severo che assicurò la pace alla Chiesa. Morì a Roma il 19 maggio 230 e fu seppellito nel cimitero di San Callisto. Gli Atti apocrifi di santa Cecilia lo hanno fatto confondere con un altro Urbano, vescovo, ma non papa, che visse al tempo di Diocleziano, morì martire il 25 maggio e fu sepolto a San Pretestato.
Preghiera.
Noi, Pontefice santo, celebriamo il tuo trionfo con una gioia aumentataci anche dall’anniversario della dipartita da questa terra di san Gregorio VII, tuo illustre successore, per l’eterno soggiorno, dove l’attendevi nella gloria. Dall’alto del cielo, hai seguito le sue lotte e costatato che il suo coraggio non era inferiore a quello dei martiri. Lui, a Salerno, sul letto di morte si rianimava nell’ultima lotta, al pensiero del tuo estremo combattimento in quel medesimo giorno. O vincolo meraviglioso della Chiesa trionfante e di quella militante! o sublime fraternità dei santi! o speranza immortale per i nostri cuori! Gesù risorto c’invita a raggiungerlo per l’eternità. Ogni generazione gl’invia i suoi eletti, ed essi vanno, di volta in volta, a riunirsi sotto quel Capo, come altrettante membra che completano il suo corpo. Egli è la «primizia di quelli che riposano» (I Cor. 15, 20) e ci farà partecipare alla sua vita, se anche noi avremo partecipato alle sue sofferenze e alla sua morte. Prega, Urbano, affinché il desiderio di riunirci a Gesù che è « la via, la verità e la vita » (Gv. 15, 6) s’infiammi in noi onor più. Rendici superiori ai calcoli terreni e accordaci sempre di poter sentire che, fino a quando stiamo in questo mondo, «siamo esuli lontani dal Signore» (II Cor. 5, 6).
Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959