Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

16 maggio

Sant’Ubaldo da Gubbio
Sant’Ubaldo

Sant’Ubaldo da Gubbio
Vescovo e Confessore
(† 1160)

Un protettore contro il demonio. Per onorare l’eterno Pontefice, la santa Chiesa gli presenta oggi i meriti di un Pontefice, mortale quaggiù, ma entrato, dopo questa vita, nella condizione della beata immortalità. Ubaldo ha rappresentato Cristo sulla terra; come il suo divino Capo, ha ricevuto la sacra unzione, è stato mediatore tra il cielo e la terra. Pastore del gregge; e adesso è unito al nostro glorioso Risorto, Cristo, mediatore e Pastore. Il Figlio di Dio, quale segno del favore di cui gode presso di lui in cielo, ha concesso ad Ubaldo il potere speciale di agire efficacemente contro i nemici infernali, che a volte tendono agli uomini agguati tanto crudeli. Spesso l’invocazione del santo Vescovo e dei suoi meriti è stata sufficiente per sventare le macchinazioni degli spiriti maligni; ed è per incoraggiare i fedeli a ricorrere alla sua protezione, che la Chiesa lo ha ammesso nel novero dei santi che raccomanda più particolarmente alla devozione.

Ubaldo nacque a Gubbio. Ordinato sacerdote, distribuì i suoi beni ai poveri ed entrò fra i canonici regolari di sant’Agostino, tra i quali ristabilì l’osservanza ed il fervore. Nel 1128 fu, nonostante la sua resistenza, consacrato Vescovo di Perugia dal Papa Onorio III. La sua santità e la sua bontà, lo fecero amare da tutti: le mortificazioni che praticava erano estreme e la carità senza limiti. Egli placò una sedizione e protesse la città minacciata dai soldati di Federico Barbarossa. I suoi ultimi anni furono provati da una dolorosa malattia. Morì il 16 maggio 1160 e Celestino III lo canonizzò nel 1192.

Preghiera

Sii, o beato Pontefice, il nostro protettore contro l’inferno! L’invidia dei demoni non ha potuto sopportare che l’uomo, quest’umile e debole creatura, fosse divenuto l’oggetto delle compiacenze dell’Altissimo. L’Incarnazione del Figlio di Dio, la sua morte sulla Croce, la sua Risurrezione, i Sacramenti divini che ci conferiscono la vita celeste, tutti i mezzi, con l’aiuto dei quali la bontà di Dio ci ha ristabilito nei nostri primitivi diritti, hanno eccitato al più alto grado, la rabbia di questo antico nemico; ed ora egli cerca di vendicarsi, insultando in noi l’immagine del nostro creatore. Egli, qualche volta, si precipita sull’uomo con tutto il suo furore; per una orribile parodia della grazia santificante, che fa di noi come gli strumenti di Dio, esso invade, possiede alcuni uomini, fratelli nostri, e li riduce alla schiavitù più umiliante. Il tuo potere, Ubaldo, si è spesso segnalato nella liberazione di queste disgraziate vittime dell’invidia infernale; e la santa Chiesa celebra oggi le prerogative speciali che il Signore ti ha affidato. Nella tua celeste carità, continua a proteggere gli uomini contro la rabbia dei demoni; ma tu, o Pontefice santo, sai che gli agguati di questi spiriti maligni, sono maggiormente fatali per le anime, che per i corpi. Abbi dunque pietà anche degli infelici schiavi del peccato, sui quali il sole divino della Pasqua si è alzato senza dissipare le loro tenebre. Ottieni che essi ridiventino figli della luce, e che, ben presto, abbiano parte a questa risurrezione pasquale, per la quale Gesù è venuto a portarci il pegno.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959

Riflessione. Mansuetudine e carità fa d'uopo usare con chi ne ingiuria, ne dileggia e ne perseguita. se vogliamo vincerli coll'esempio e farci imitatori di Gesù.

Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879