Bouquet spirituale:
11 marzo
La vicenda di Sant’Eulogio ci permette di gettare luce su una particolare situazione storica sul conto della quale esistono ancora molti equivoci, o giudizi grossolani.
È noto infatti come la Spagna sia stata a lungo, dall’VIII al XIII secolo, occupata dagli Arabi, venuti dall’Africa. Non si creda pero che tutti i cristiani di Spagna fossero candidati al martirio oppure alla schiavitù, e i Califfi arabi altrettanti aguzzini. Al contrario, il dominio arabo in Spagna fu generalmente saggio e illuminato, anche se non paterno.
Mentre gli altri paesi europei, in preda a lotte dinastiche e di supremazia politica, avevano vita agitatissima, la Spagna godette, sotto la dominazione degli Arabi, lunghi periodi di pace e di benessere, che consentirono lo sviluppo di una civiltà innegabilmente alta, per quanto lontana da quella cristiana e diversa da quella romana.
Anche nella religione, gli Arabi sembravano tolleranti. Non combattevano il Cristianesimo, ma avrebbero voluto che questo restasse nell’ombra, senza forza di diffusione, senza far proseliti, senza entrare in polemica con la religione di Stato, cioè quella maomettana. Avrebbero voluto insomma un Cristianesimo addormentato.
Ma i cattolici di Spagna non si adattarono ai desideri dei loro dominatori. E questo non per provocare gli infedeli, ma perché la loro fede, se vissuta con coerenza, non poteva appagarsi nella rinuncia e nel silenzio.
Anche Eulogio, nato a Cordova da una delle più nobili famiglie della città, fu uno di questi cristiani inquieti perché integri; audaci anche se umili. Ordinato sacerdote, fu chiamato a insegnare in una pubblica scuola di Cordova, che era allora la città più colta di Spagna.
Le parole del suo insegnamento si possono facilmente immaginare. Erano le parole della verità, quella verità che faceva i Cristiani liberi, non tanto da domini pubblici, quanto da imposizioni morali. Quelle parole che, se taciute, sarebbero state gridate dalle pietre. Sant’Eulogio non le ripeteva solo nella scuola cordovana, ma in tutte le abbazie e i conventi spagnoli che visitava. Le difendeva poi nei suoi libri, come nell’Apologeticum, dove confutava efficacemente la dottrina di Maometto.
L’intransigenza degli animosi cristiani di Spagna, irritò i Mussulmani, che iniziarono una persecuzione. A Cordova, con il Vescovo e tutto il clero, fu imprigionato anche Sant’Eulogio.
Per quanto rinchiuso, il Santo non tacque. Anzi, proprio in carcere scrisse una sua celebre opera, intitolata Esortazione al martirio, che sembrava una sfida ai persecutori, e che invece esprimeva solo il suo appassionato desiderio di difendere la fede a prezzo del proprio corpo.
Fu liberato, ma il martirio non si fece attendere. Nell’859 venne eletto Vescovo di Cordova, e si preparava con trepidazione a diventare pastore della sua città natale. Prima di essere consacrato, però, in una recrudescenza della persecuzione, i Mussulmani lo sottrassero al pastorale, per donargli la palma del Martire.
Piero Bargellini, Mille Santi del giorno, Firenze, Vallecchi Editore, 1977.