Bouquet spirituale:
1 dicembre
Sant'Eligio nacque a Chaptelat, a due chilometri da Limoges. Fin da bambino si dimostrò talmente abile nei lavori manuali che il padre lo mise come apprendista del maestro della zecca di Limoges. Le sue prime opere rivelano il suo talento precoce e, dopo qualche anno, Éloi non ha più rivali nell'arte della lavorazione dei metalli. I suoi sentimenti religiosi e le sue virtù lo rendevano ancora più lodevole dei suoi talenti; la gente non si stancava di ammirare la sua franchezza, la sua prudenza, la sua dolcezza e la sua carità.
Il re Clotaire II, saputo di lui, lo convocò a corte, gli ordinò un trono d'oro ornato di gioielli e a questo scopo gli donò una quantità d'oro. Quando il lavoro fu terminato, Eligio si presentò al re e gli mostrò il trono. Clotaire era estasiato da questo capolavoro; ma quale fu il suo stupore quando Eligio gli fece portare un altro trono, altrettanto bello del primo, anch'esso realizzato con l'oro che aveva ricevuto! Subito Eligio fu nominato grande tesoriere del regno e il re lo tenne vicino a sé.
Fino ad allora, il nostro Santo aveva amato il lusso; toccato da una grazia di scelta, si staccò dalle vanità del mondo e visse in mezzo alle ricchezze come un povero di Gesù Cristo. Il suo piacere era quello di realizzare splendidi reliquiari per le reliquie dei santi. Ma soprattutto amava i poveri. Non si possono immaginare tutti i tesori che dalle sue mani sono passati nel grembo dei bisognosi. Così, quando i forestieri chiedevano di vederlo, si sentivano dire: "Andate nella tal via e fermatevi nella casa dove vedrete una folla di mendicanti: quella è la sua casa! Eligio ha lavato i piedi ai poveri, li ha serviti con le proprie mani, ha preso solo l'ultimo posto e ha mangiato solo i loro avanzi. Che lezione per gli uomini del nostro tempo, che parlano tanto di emancipazione delle classi lavoratrici e vivono nel godimento egoistico! Quando Éloi non ebbe più soldi, diede via i suoi mobili e persino la sua cintura, il suo cappotto e le sue scarpe.
L'amicizia di Eligio con il re Dagobert, successore di Clotaire II, è diventata leggendaria. Un giorno Eligio andò da lui e gli disse: "Mio principe, sono venuto a chiederti un favore: dammi la terra di Solignac, affinché io possa costruire una scala con la quale tu e io potremo meritare di salire in cielo". Il re acconsentì di buon grado; il Santo vi costruì un monastero. Non si fece mai monaco, ma gli piaceva visitare i monaci e vivere con loro di tanto in tanto, per imparare dalla loro regolarità.
Eligio fu costretto ad accettare il vescovato di Noyon. La sua vita episcopale fu una continuazione delle sue opere buone.
Tradotto dal francese: Abbé Léon Jaud, Vie des Saints pour tous les jours de l'année, Tours, Mame, 1950
Riflessione. La prima e l'ultima delle nostre operazioni deve essere la preghiera. Bisogna che il giorno si apra e chiuda colla mente sollevata al Signore.
Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879