Bouquet spirituale:
1 settembre
Per molti secoli Sant’Egidio godette fama eccezionale e le innumerevoli opere d’arte, che lo raffigurano o ricordano un episodio della sua leggenda, le chiese, le cappelle, gli altari a lui dedicati ci dicono quanto il suo culto fu caro alla pietà cristiana. Fra i santi ausiliatori fu uno dei più invocati.
L’eremita. La sua vita è semplice. Si dice che sia originario della Grecia, ma vi sono dubbi. Si può affermare con maggiore certezza che visse solitario in una grotta delle rive del Gard dove san Fredemio, che lo aveva preceduto nel eremitaggio, lo iniziò ai segreti della contemplazione. Poi sant’Egidio lasciò il maestro e si stabilì più a sud, nella foresta, che si estendeva sulla sponda destra del Rodano, poco lontano dalla costa del Mediterraneo. Restò ignorato fino al giorno in cui alcuni cacciatori, inseguendo una cerva, scoprirono il suo ritiro. L’animale, ormai sfinito, si rifugiò nella macchia ai piedi del santo e la muta non osò avvicinarsi. Un arciere scoccò la sua freccia e i compagni, aprendosi una strada fra i rovi, scoprirono sant’Egidio con le mani trapassate dalla freccia.
Ciò avvenne verso il 653 allorché Wamba, re dei Visigoti, al dire di Flavio, venuto a questione col suo successore, aveva passato i Pirenei e avanzava verso la Settimania, la regione che si estendeva fino al Rodano, per rivendicare i suoi diritti.
I cacciatori erano ufficiali del re e Wamba era con loro. L’incontro, pittoresco e tragico insieme, diventò il tema spesso offerto agli artisti. Fu soprattutto l’occasione di fondare un monastero. È la sorte di tanti eremiti, che fuggono per immergersi nell’infinito, e poi «non potendo la lampada restare sotto il moggio«diventano dei condottieri e il loro splendore arriva lontano, spesso in tutto il mondo.
Non fu questo il caso di sant’Egidio, almeno nella vita su questa terra, perché la storia di lui ha conservato poco e il racconto dei suoi viaggi a Orléans, presso il re di Francia e a Roma, presso Papa Benedetto IV, si presta a critiche molto serie. Il primo dei viaggi godette tuttavia di molta celebrità e, con il titolo di Messa di sant’Egidio, si raccontava che il santo, mentre all’altare celebrava il santo Sacrificio, conobbe da un angelo un peccato segreto del re e che il peccato sarebbe perdonato grazie alle sue preghiere, perché «chiunque lo invocherà sarà perdonato».
Il monastero di sant’Egidio. Il monastero, come il suo fondatore, restò oscuro fino all’organizzarsi dei grandi pellegrinaggi del Medioevo. La posizione geografica ne faceva insieme una tappa sulla via di san Giacomo e una tappa su uno degli itinerari per la Terra Santa. Albergo di tappa e porto di imbarco, partecipò alle grandi correnti di scambio attraverso le quali si è sviluppata l’epica leggenda di Carlomagno. Sant’Egidio entra anche lui nel ciclo e proprio questo rende oggi difficile la conoscenza esatta della sua vita, ma ha tuttavia costituito la sua gloria. Il monastero, una delle abbazie famose, e i resti della chiesa, con le magnifiche sculture dei portali, bastano a darci un’idea della sua importanza.
Il santo ausiliatore. Prima di imbarcarsi per una lunga traversata, piena di pericoli, il pellegrino si affidava a sant’Egidio, a lui si raccomandava l’uomo d’armi, avviato a guerreggiare in Spagna contro i Mori. Una folla di sventurati, di afflitti, di poveri e di giocolieri frequentava il monastero o qualcuna delle sue cappelle, che si andavano moltiplicando nella cristianità in onore di sant’Egidio. Febbri, convulsioni, epilessia diventano cose di sua competenza e protegge i fittavoli, gli storpi e i mendicanti, i giocolieri, i giocatori, «gentile patrono del popolo povero». Un potente signore, il capo della Linguadoca di Tolosa, prende il titolo di conte di sant’Egidio quando un Raimondo, il più importante dei feudatari, ha preso la croce per correre alla liberazione della Terra Santa.
Poi la sabbia invade il porto; san Luigi costruisce più vicina alla sponda Aquaviva. Ma il pellegrinaggio rimane fiorente. Più tardi l’abbazia declina e tuttavia sant’Egidio resta popolare. Nei tempi moderni rimane troppo dimenticato, sebbene la sua tomba abbia un ritorno di celebrità col vicino Santuario di Santa Maria, che attira oggi una folla variopinta di zingari e di saltimbanchi.
Dato che la Chiesa conserva il culto di sant’Egidio, egli avrà ancora favori per coloro che lo invocano, soprattutto nelle chiese e negli oratori eretti in suo onore e nei quali tante generazioni hanno invocato la protezione di Dio attraverso i suoi santi.
Orazione:
«Dio onnipotente e misericordioso, che hai favorito di speciali privilegi, più di tutti gli altri santi, i tuoi martiri Giorgio, Biagio, Erasmo, Pantaleone, Guido, Cristoforo, Egidio, Acace, Dionigi, Ciriaco, Eustachio, Caterina, Margherita e Barbara, concedi, te ne supplichiamo, a tutti coloro che, nelle necessità, implorano il loro soccorso, la grazia che tu hai promessa e accorda alle loro domande un effetto salutare» (Orazione ai quattordici santi ausiliatori).
Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959