Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

9 febbraio

Sant'Apollonia
Sant'Apollonia

Sant'Apollonia
Vergine e Martire
(III Secolo)

La pace che Dio aveva data alla Chiesa dopo la persecuzione dell'imperatore Severo sul principio del secolo terzo , la quale non era stata interrotta se non dalla breve persecuzione eccitata dall'imperatore Massimino I, terminò nelle provincie dell'impero romano allorché l'imperatore Decio nell'anno 250 promulgò un nuovo editto contro i cristiani.

Ma in Alessandria di Egitto un anno avanti cominciò la persecuzione dei fedeli, e molti vi soffrirono il martirio, come apparisce da una lettera di San Dionisio, ch' era in quel tempo vescovo di quella città, il quale ci ha conservata la storia del loro trionfo. L'autore di questa persecuzione fu un miserabile sacerdote degl'idoli, che faceva ancora l'indovino, il quale animò talmente il popolo idolatra di Alessandria contro i cristiani, che si vide in un subito in tutta la città una cospirazione universale per sterminarli. Le loro case erano esposte al sacco de' pagani, i quali gettavano dalle finestre ed incendiavano tutto quello che non credevano a proposito di portar via, di modo che Alessandria sembrava una città abbandonata al furore di una insolente soldatesca. I cristiani in mezzo a questi disordini procurarono di sottrarsi colla fuga agl' insulti degl'idolatri, non curandosi di perdere le loro sostanze, purché conservassero il tesoro della loro fede, e stimando anzi guadagno una tal perdita. Molti però caddero nelle mani de' sediziosi, che li fecero morire dopo averli crudelmente tormentati; e San Dionisio assicura, che di tutti quelli che furono presi, uno solo rinnegò la fede di Gesù Cristo.

Durante quest' orribile tumulto i pagani arrestarono l'ammirabile vergine Sant'Apollonia, ch'era in età avanzata. Essi le diedero tanti colpi sulle guancie, che le fracassarono tutti i denti: indi la condussero fuori della città, dove, avendo acceso un gran fuoco, minacciarono di bruciarla viva se non pronunziava delle bestemmie contro Gesù Cristo. Ella allora domandò un poco di respiro, ed essendo stata alquanto pensosa, mossa da un particolare impulso del divino Spirito, corse da sè medesima a gettarsi nelle fiamme, tra le quali terminò gloriosamente il sacrificio della sua vita.

Quantunque, secondo le regole ordinarie, sia proibito dalla legge di Dio il procurarsi da sè medesimo la morte, onde la Chiesa non riconosce per martiri coloro che senza verun giusto motivo della gloria di Dio, si esponevano alla persecuzione, e cooperavano alla propria morte; tuttavia alle volte Iddio, ch'è padrone delle sue creature, con impulso particolare e straordinario ha ispirato ad alcuni Santi di presentarsi a' tiranni da sè medesimi, o di cooperare in altra maniera al loro martirio.

Ora di questa particolare ispirazione, e di tale straordinario impulso dello Spirito Santo giudice è solamente la Chiesa, la quale ha riconosciuto sempre e venerata come un' illustre martire di Gesù Cristo santa Apollonia. Il suo martirio ci è proposto come un'azione d'ammirarsi, e non come un esempio da imitarsi. E quindi dobbiamo imparare in primo luogo a non essere sì facile a condannare quelle azioni de' Santi che appariscono superiori alle regole comuni ed ordinarie; e in secondo luogo ad attenerci nella nostra condotta particolare alle medesime regole comuni ed ordinarie della pietà cristiana, per non esporci al pericolo di essere illusi ed ingannati dall'angelo delle tenebre, il quale, come dice San Paolo, non rade volte si trasfigura in angelo di luce.

Il suo martirio fu descritto da San Dionisio, allora vescovo d'Alessandria, in una lettera indirizzata a Fabio vescovo d'Antiochia. Eusebio Cesariense ci ha conservala questa lettera nel lib. VI della Storia Ecclesiastica, ed è ancora riportata dal Ruinart negli Atti sinceri dei Martiri, pag. 103 dell'edizione di Verona.

Carlo Massini, della Congregazione dell’Oratorio di Roma, Raccolta di Vite de’Santi per ciascun giorno dell’anno, Tomo II, Milano, Ditta Boniardi-Pogliani di E. Besozzi, 1857.

Riflessione. Non temiamo di quelli che ci possono uccidere il corpo, e non hanno alcun potere sul l'anima, ma di quelli soli temiamo che tentano farci perdere e il corpo e l'anima. Nelle occasioni di pericolo, Dio assiste quelli che non vi si espongono volontariamente.

Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879

Preghiera

Meglio assai è la morte che una vita contaminata da colpa, quando il cuore diventa un fetido sepolcro, un oggetto d'abbominio agli occhi di Dio; vegliamo però perchè talvolta non ci illuda l'angelo delle tenebre trasfigurato in angelo di luce.