Bouquet spirituale:
17 luglio
Le esigenze dell’amore infinito. «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli». Questo è l’ordine del Signore. E significa che nel nostro sforzo verso la perfezione, non potrebbe essere raggiunta alcuna meta definitiva. È necessario sempre salire. E per aiutarci in questa ascensione, e permetterci di raggiungere altezze inaccessibili alla nostra natura, Dio ci dà la sua grazia, la sua vita, ci rende partecipi della sua natura divina, fa di noi membri viventi del suo Figliolo, e in dal nostro battesimo noi abbiamo già qualcosa della perfezione del Padre celeste: si tratta di farla crescere sempre di più.
Tutto ciò esige una docilità assoluta alle ispirazioni dello Spirito di Dio, una collaborazione costante alla grazia. È necessario, mediante sacrifici spesso rinnovati, distruggere in noi quella falsa perfezione in cui trovano compiacenza il nostro egoismo e il nostro orgoglio; è necessario far morire il vecchio uomo e distaccarsi da tutto ciò che esso porta con sé e che lo mantiene in vita. Dio lo vuole.
E le esigenze del suo infinito amore, che vuole possederci interamente per renderci perfetti in lui, e in lui perfettamente felici, sono inesorabili. Ce lo ha insegnato attraverso le sacre Scritture. Lo ha insegnato anche nelle sublimi lezioni di cose che formano la vita dei martiri, e anche la vita di alcuni santi le cui straordinarie circostanze attirano l’attenzione e pongono maggiormente in rilievo la suprema autorità con la quale Dio può chiedere a un’anima di sacrificare tutto per lui, anche gli affetti più legittimi e più cari. Così, nell’antica Alleanza, Abramo al quale Dio chiede di immolare il suo unico figlio; così, nella nuova Alleanza, sant’Alessio, che per amor di Dio sacrificò perfino la sua sposa.
Sant’Alessio, lo sposo fuggitivo. Pochi santi furono popolari al pari di lui per tutto il Medio Evo, in Oriente come in Occidente, e la sua vita solitaria di eremita pellegrino è stata spesso imitata nella Chiesa fino ai tempi nostri. La Chiesa tuttavia non garantisce la veridicità di tutti i particolari della sua vita. Molti episodi leggendari, di cui si può capire l’origine, si sono da lungo tempo introdotti in quella sorprendente storia. La Chiesa comunque trova in quel racconto, quale ce lo presenta oggi la tradizione, salutari insegnamenti che offre alla meditazione dei fedeli.
Il giovane Alessio si era consacrato in dalla sua giovinezza a Dio, e gli aveva fatto completo dono della sua persona. Ma il padre, un nobile romano, aveva deciso di farlo sposare, e in quell’epoca l’autorità del padre non si discuteva. Alessio si sposò quindi per obbedienza, ma appena poté trovarsi solo con la sua giovane sposa, cioè la sera stessa delle nozze, ebbe con lei una conversazione del tutto celeste, le mostrò il valore della verginità, le accese il cuore di amor di Dio, e avendola pienamente conquistata alla vita perfetta, si trovarono entrambi d’accordo per separarsi immediatamente. Alessio, abbandonando sposa, famiglia, amici, onori e ricchezze, lasciò Roma durante la notte delle nozze, fuggendo dal padre terreno per obbedire al Padre celeste che lo voleva interamente per sé. Ecco fino a che punto può condurre l’amore di Dio!
Vita. Alessio è vissuto nel quinto secolo. Figlio di nobili romani, per seguire la chiamata di Dio lasciò perfino la sposa, e vestito da mendicante, vivendo di elemosine, percorse tutta la cristianità, andando di santuario in santuario. Avendogli la sua santità procurato a Edessa una celebrità piuttosto importuna, tornò a Roma dopo 17 anni di assenza. Qui continuò fino alla morte la vita di mendicante, frequentando le basiliche e pregando senza posa. Aveva trovato asilo sotto le scale di casa dei genitori, i quali non lo riconobbero. Soltanto allorché ebbe reso l’ultimo respiro si scoprì la sua vera identità. Il popolo romano lo tenne in da quel momento in grande venerazione. In suo onore fu costruito sull’Aventino un monastero: di qui sant’Adalberto partì per evangelizzare i popoli del Nord.
Preghiera.
Tu hai lasciato tutto, o Alessio, per seguire Cristo, per diventare amico di Dio. Hai voluto passare per folle agli occhi dei sapienti di questo mondo. Fa’ che anche noi sappiamo ispirarci alla tua abnegazione, e raggiungere l’ardore della tua carità. Insegna agli sposi la mutua fedeltà, anche nelle separazioni più dolorose. Insegna ai genitori a rispettare sempre la volontà di Dio sui loro figli. Insegna ai religiosi la pratica della povertà, il desiderio delle umiliazioni per la maggior gloria di Dio. Proteggi quella città di Roma che fu la tua patria, e che ti circonda di maggiori onori di quanto avrebbe fatto se tu non avessi avuto altra ambizione che quella di continuare fra le sue mura le tradizioni dei tuoi nobili antenati. E possa il popolo cristiano, alla luce del tuo eroico disprezzo per i beni di questo mondo resistere alla sete delle ricchezze che corrompe la nostra civiltà e seguirti per l’angusto sentiero del distacco fino alla casa del Padre celeste.
Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959