Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

20 aprile

Sant'Agnese di Montepulciano
Sant'Agnese di Montepulciano

Sant'Agnese di Montepulciano
Vergine Domenicana
(1268-1317)

Il nome di Agnese, Agnes, « deriva esattamente da Agnus, dice il beato Raimondo da Capua, che scrisse la vita della Santa, e noi troveremo che, tranne una vocale, tutte le lettere di quei due nomi sono identiche. Perciò, che cosa significa per noi il nome di Agnese, se non "agnella"? E che cosa significa agnella, se non "sposa dell'Agnello"? ».

Nella storia della santità, moltissime sono le agnelle spose dell'Agnello; candide, miti, mansuete, pure. E molte hanno anche nel nome il richiamo dell'innocenza dell'Agnello. Infatti, oltre a due Beate (Agnese di Boemia e Agnese di Baviera) quattro Sante hanno il candido nome di Agnese.

La prima Agnese è quella giovinetta, martirizzata a Roma ai tempi dell'Imperatore Diocleziano, verso il 304. Il suo nome luminoso si trova scritto nel Cànone della Messa. La seconda, discepola di Santa Radegonda e amica del Santo poeta Venanzio Fortunato, morì abbadessa di un monastero, a Poitiers, nel 589.

La terza, d'Assisi, venne condotta per mano dalla sorella Chiara, dietro le orme leggere e sanguinose di San Francesco. Morì nel 1253, e riposa nella basilica della sorella maggiore, ad Assisi.

La quarta era nata nel borgo di Gracciano Vecchio, in riva al Trasimeno, nel 1274. Misteriose luci illuminarono la culla di colei che doveva essere una delle più dolci glorie dell'Ordine domenicano.

Aveva nove anni, quando intraprese un pellegrinaggio a Montepulciano, ma, avvicinandosi alla città, uno stormo di corvi si gettarono su di lei, cercando di beccarla negli occhi. Evidentemente, le forze del male temevano ch'ella si stabilisse, come poi avvenne, a Montepulciano dove in seguito fondò un monastero, proprio nel luogo dove era stata assalita dai corvi.

Fu come una rondine, bianca e nera, nell'abito domenicano, che fece il suo nido miracoloso in mezzo ai corvi del peccato e del vizio.

A Chianciano, dove i superiori le imposero di curarsi, provocò lo sbocco d'una nuova fonte d'acqua salubre, che anche oggi si chiama di Santa Agnese. Questo miracolo doveva però servire per la salute degli altri, non per la sua, poiché la devota domenicana ritornò a Montepulciano più malata di prima.

Morì nella notte del 20 aprile 1317. A quell'ora i bambini di Montepulciano si risvegliarono gridando ai genitori stupefatti: « Suor Agnese è morta; Suor Agnese è santa ».

La mattina dopo, tutta la città accorse nella chiesa del convento. Vi trovarono la salma di Agnese, che spandeva un grato odore di violette.

Sessantatré anni dopo, un'altra grande Santa domenicana, Caterina da Siena, volle venerare il corpo di Agnese e baciarle il piede destro. Ma mentre la Santa di Siena si chinava sulla cassa, il piede della Santa di Montepulciano si sollevò, restando in quella posizione inclinata.

E i miracoli continuarono a fiorire attorno alla sua tomba, più numerosi delle violette che sbocciano, in aprile, nei dintorni di Montepulciano.

Riflessione. La purità d'anima e di corpo è tesoro inestimabile che rende simile agli angeli chi la possiede; ma è tesoro facile a perdersi, perché lo portiamo in vasi di creta, se non lo custodiamo con gran cautela. La vita pura e innocente, di codesta santa Vergine è uno specchio degno d'essere rimirato da tutti, ma principalmente dalle figlie cristiane.

Michele Sartorio, Il piccolo leggendario ovvero vite de' Santi, Milano, Paolo Ripamonti Carpano, editore, 1847