Bouquet spirituale:
7 novembre
San Villibrordo di Utrecht, nacque a Northumbria (Inghilterra) nel 658 e fu educato dai monaci del monastero di Ripon, fondata dal suo maestro san Vilfrido di York, che poi divenne arcivescovo della città omonima.
A 20 anni, nel 678, lasciò l’abbazia di Ripon per trasferirsi nel monastero irlandese di Rathmelsigi, per perfezionare la sua cultura teologica sotto la guida dell’abate Egberto, che poi, a 30 anni, ordinerà sacerdote.
Su invito di Pipino di Herstal, che aveva appena conquistato ai Franchi alcuni territori oltre il Reno ancora pagani, e con l’approvazione di papa Sergio I, che lo incaricherà di organizzare la Chiesa nelle terre che avrebbe evangelizzato, attorno al 690 Villibrordo si recò in Frisia con un gruppo di undici monaci provenienti dalle isole britanniche.
Prima di dare inizio alla sua opera di evangelizzazione, volle recarsi a Roma per avere il beneplacito del papa Sergio I, ebbe approvazione e incoraggiamento. Al rientro, il monaco scelse Anversa come centro del suo apostolato e come avamposto delle future fondazioni, tra cui la più celebre fu quella di Utrecht.
Per l’erezione della nuova diocesi in Frisia, Villibrordo si recò nuovamente a Roma, dove venne consacrato vescovo il 21 novembre 695 col nome di Clemente.
I biografi lo descrivono piccolo di statura, nero di capelli, di delicata costituzione, con occhi profondi e vivi, lavoratore che non conosce pause né crisi di sconforto, austero, prudente, leale, tenace e devoto alla chiesa romana. Fu molto deciso, autoritario e duro nell’estirpare l’idolatria e le credenze delle popolazioni della regione.
È arduo elencare tutti i viaggi dell’infaticabile missionario, dalle rive del Reno fino alla Danimarca. Fondò a Echternach (Lussemburgo) con l’appoggio di santa Firmina di Oehren e di san Basino vescovo di Treviri, l’abbazia di Echternach. Alla morte del suo protettore Pipino, avvenuta nel 714 l’influenza franca nella regione si indebolì, una delle conseguenze fu il sacco di Utrecht del 716, che costrinse il vescovo a rifugiarsi a Echternach, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Morì il 7 novembre 739, a 81 anni.
Riflessione. Un vero pastore se ha zelo e fervore per le anime del suo gregge, deve consolarle, istruirle, piangere e godere con esse; e così dividere con loro ogni contentezza ed ogni dolore.
Sant’Oggi / Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879