Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

28 aprile

San Vitale di Ravenna

San Vitale di Ravenna
Martire
(† 171)

Vitale padre de' santi Gervasio e Protasio, nacque in Milano da nobilissima famiglia. Cresciuto in età, si arruolò nella milizia e mostrò in varie occasioni speciale intrepidezza, ond' era molto stimato dal luogotenente Paolino, che però nol sapeva cristiano, benché più volte a istanza di lui tralasciasse dal perseguitare i fedeli.

Entrato Vitale in Ravenna, e visto il medico Ursicino trascinato al supplizio star perplesso fra i tormenti, esclamò: O Ursicino medico, che sei solito a curare gli altri, guardati dal trafiggere te stesso con colpo di eterna morte. Dal quale consiglio ravvalorato, Ursicino sostenne con coraggio il martirio. Allora Paolino lo interroga, se mai anch'egli sia cristiano, poiché parlava con tanta libertà a un fedele. Si, io sono cristiano, rispose Vitale, e veniva lui pure esortando nei modi più convincenti ad abbandonare la idolatria. Il luogotenente l'ascoltava con gran meraviglia, ma giurato nemico della Croce comanda che isso fatto sia Vitale trascinato in carcere, benché a lui stretto con nodi tenaci di amicizia. Nel dì veggente è con barbarie inaudita steso sull'eculeo, e gli sono straziate le carni con pettini di ferro, in modo così feroce da stancare i medesimi carnefici. Vitale nondimeno resiste, anzi continua a consigliar Paolino ad aprir gli occhi al vero, il che vieppiù lo irrita.

Allora comanda di trascinarlo al luogo, dove Ursicino era stato decapitato, di rizzarvi un'ara, e, ogniqualvolta ricusasse di onorare gli Dei dell'impero, di seppellirlo vivo. Il santo martire ricusò, onde senza indugi, fu precipitato in profonda fossa, dove bell' e vivo soggiacque sotto i colpi delle pietre lanciate, nell'anno del Signore 59. Intanto un sacerdote d'Apollo che aveva aizzato Paolino contra Vitale, oppresso da rimorso cominciò a gridare invasato: Oh Vitale! Oh martire di Cristo! come m'ardi, come mi tormenti e mi vieni martoriando. Per ben sette giorni continuò in quella specie di frenesia, finché disperato si precipitò da sé in un fiume, dove miseramente affogò.

Riflessione. Noi pure potremo meritarci la corona della sempiterna gloria, esortando i nostri fratelli alle buone opere, guidandola al cielo, stogliendoli dal male e sottraendoli quindi al pericolo dell'eterna dannazione.

Michele Sartorio, Il piccolo leggendario ovvero vite de' Santi, Milano, Paolo Ripamonti Carpano, editore, 1847