Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

28 settembre

San Venceslao
San Venceslao

San Venceslao
Duca e Martire
(† 936)

Il principe cristiano. San Venceslao è una delle figure più radiose del secolo X, il secolo detto di ferro.

Nipote d’una santa, ma figlio di una madre fanaticamente pagana, fu espressione purissima della regalità cristiana, che doveva avere tre secoli dopo, il modello più perfetto in san Luigi. L’indole paterna del suo metodo di governo gli assicurava ogni devozione e temperava tutti gli eccessi e lo portava a considerarsi luogotenente di Dio stesso, suo autentico rappresentante, cosa che lo rivestiva di un carattere sacro e soprannaturale.

Capo della grande famiglia nazionale, il re era il padre del suo popolo e tutti, dal più grande al più piccolo, avevano il diritto di considerarsi suoi figli e di appellarsi alla sua giustizia. Padrone incontestato, temperava il potere identificando gli interessi della corona con quelli del popolo, era l’arbitro dalle decisioni saggi, perché ambizioni personali o interessi di parte non influenzavano l’uomo, che, tutto avendo da Dio ricevuto, a Lui solo doveva rendere conto.

Essendo giudice supremo, il re era il pacificatore – colui che placa, diceva san Luigi – sempre intento a risolvere questioni sorte tra i suoi figli, per tenerli uniti in vista del bene comune: la tranquillità del regno, preludio della pace di Dio.

Venceslao realizzò questo programma del principe cristiano nei brevi anni del suo regno e Dio mise il sigillo del martirio dando così all’opera compiuta un valore di eternità.

Vita. Venceslao nacque verso il 907. Essendo morto il padre, in una spedizione contro gli Ungheresi verso il 920, la madre prese la reggenza del regno di Boemia durante la sua minore età. Il giovane principe fu allevato dalla nonna santa Ludmilla. Alla morte della nonna il principe fu sottratto a ogni influsso religioso, ma Venceslao restò fedele a Dio. Ebbe il potere nel 925 e governò da re cristianissimo. La sua vita era austera, la pietà gli faceva passare le notti in orazione, si sforzava di conservare la pace fra i sudditi e con l’impero. La sua politica non piaceva a Boleslao, suo fratello, che l’attirò a Boleslava col pretesto di un banchetto e lo fece assassinare vigliaccamente, il 28 settembre 929, nella Chiesa dei santi Cosma e Damiano. I miracoli proclamarono la sua santità, che fu riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa prima che terminasse il secolo x. È l’eroe e il patrono dei Boemi.

Patrono della Boemia.

La chiesa in cui fosti coronato, o martire, era la chiesa dei santi Cosma e Damiano, la festa dei quali ti condusse al luogo del tuo trionfo. Come tu onoravi essi, noi onoriamo te e con te salutiamo l’avvicinarsi della solennità che annunziavano le tue ultime parole al festino fratricida: «A onore del beato Arcangelo Michele, beviamo questa coppa e preghiamolo perché si degni introdurre le nostre anime nella pace della gioia eterna». Brindisi sublime, mentre tenevi già in mano il calice del sangue! O Venceslao, dà a noi questo coraggio intrepido la cui umile dolcezza mai non devia, semplice come Dio al quale tende, calmo come gli Angeli nei quali confida. Rassicura la Chiesa nei nostri giorni sventurati: Essa tutta intera ti glorifica e tutta intera ha diritto di contare su di te. Soprattutto difendi il popolo del quale sei la gloria. Fedele al tuo ricordo, si richiama in tutte le lotte terrene alla tua corona e i suoi sbandamenti non possono essere mortali. Diciamo ancora una volta con questo popolo il vecchio canto boemo del tredicesimo secolo:

«San Venceslao, Duca della terra boema, nostro principe, prega per noi Dio, lo Spirito Santo! Kyrie eleison! Tu, l’erede della terra di Boemia, ricordati della tua stirpe, non lasciar perire noi, né i nostri bambini! San Venceslao, Kyrie eleison. Imploriamo il tuo soccorso, abbi pietà di noi, consola chi è nella tristezza, allontana tutto ciò che è male, San Venceslao, Kyrie eleison. La corte celeste è un bel palazzo. Beato chi può entrare nella vita eterna, luce brillante dello Spirito Santo, Kyrie eleison».

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959

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