Vite dei Santi
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Bouquet spirituale:

18 maggio

San Venanzio
San Venanzio

San Venanzio
Martire
(† 250)

Il martire di oggi ci riporta alle persecuzioni degli imperatori romani. Egli rese in Italia la sua testimonianza, e la devozione che hanno per lui gli abitanti di Camerino, un tempo sottoposto allo scettro temporale del Romano Pontefice, ha ottenuto che la sua festa si celebri in tutta la Chiesa. Accogliamo dunque con gioia que st’altro campione dell’Emmanuele, e felicitiamolo d’aver sostenuto lealmente la lotta, in questi giorni del Tempo pasquale risuonanti ancora della vittoria che la vita ha riportato sulla morte.

Le poche notizie che abbiamo su San Venanzio, ci vengono soltanto da Atti interamente leggendari. Le reliquie, portate a Camerino nel 1259, furono oggetto di un tale culto, che Baronio introdusse il suo nome nel martirologio romano, e Clemente X il suo officio nel breviario. Secondo la leggenda, all’età di quindici anni, sarebbe venuto a proclamare la sua fede cristiana davanti ad Antioco e, dopo molti tormenti, avrebbe avuto la testa tagliata.

Preghiera.

Prega per noi, santo Martire, tu che fosti amato dagli Angeli, e da loro assistito nella lotta. Come te, noi siamo i soldati di Gesù risorto, e siamo chiamati a rendere testimonianza di fronte al mondo della sua divinità e dei suoi diritti. Se questo medesimo mondo non è sempre armato di strumenti di tortura come ai giorni della tua prova, non è però meno temibile per le sue seduzioni. Anche a noi vorrebbe rapire la vita nuova che Gesù ha comunicato ai suoi membri; difendici dai suoi attacchi. La carne dell’Agnello ti aveva nutrito nei giorni della Pasqua, e la forza, che si è mostrata in te, era tutta a gloria di quel celeste alimento. Noi siamo assisi alla stessa mensa: veglia su tutti i convitati del banchetto Pasquale. Abbiamo anche noi riconosciuto il Signore nella frazione del pane (Le. 24, 35): ottenici l’intelligenza del celeste mistero, di cui a Betlemme, ricevemmo le primizie, e che si è sviluppato sotto i nostri occhi ed in noi stessi per i meriti della Passione e della Risurrezione del nostro Emmanuele. Altre meraviglie ci attendono: noi non usciremo dall’epoca pasquale senza essere stati iniziati alla pienezza del dono divino dell’Incarnazione. Ottenici, o santo Martire , che i nostri cuori si aprano sempre più e che conservino fedelmente tutti i tesori che gli augusti misteri dell’Ascensione e della Pentecoste devono ancora riversare in essi.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959

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