Bouquet spirituale:
22 settembre
Tommaso e Lutero. Nel 1517 una prova dolorosa colpiva la grande famiglia degli Agostiniani: Lutero, uscendo da essa, lanciava il grido della rivolta, al quale, per secoli, tutte le cupidigie facevano eco. L’Ordine illustre che, senza saperlo, aveva nutrito il rampollo del serpente, era benemerito del Signore e, per la consolazione degli Istituti, che per la loro stessa eccellenza sono esposti a più gravi cadute nei loro soggetti spergiuri, ne dava tosto la prova. Ai primi Vespri della festa d’Ognissanti l’eresiarca affiggeva a Wittenberg le sue tesi famose contro le indulgenze e l’autorità del Pontefice romano e, meno di un mese dopo, il 25 novembre dello stesso anno 1517, Salamanca vedeva Tommaso da Villanova darsi a Dio e prendere fra gli Agostiniani il posto abbandonato da Lutero. Nelle tempeste sociali, negli scompigli del mondo, un santo glorifica la tranquilla Trinità quanto l’inferno non poteva neppur sospettare.
Vita. Tommaso nacque presso Villanova nel 1488. I genitori, la madre soprattutto, lo formarono alla pietà e alla carità verso i poveri. Bambino ancora, amava esercitare la carità e, mortogli il padre a 15 anni, chiese alla madre di trasformare in ospedale la casa ricevuta in eredità. Si portò ad Alcalà per conseguirvi il titolo di maestro nelle arti e la licenza in Teologia e poi, nel 1516, entrò negli Agostiniani di Salamanca e l’anno seguente fece la sua professione. Incaricato di commentare il Libro delle sentenze agli studenti dell’Ordine e di predicare a corte, adempì così bene l’incarico, con tanto zelo e successo che divenne Priore e Provinciale e l’Imperatore lo fece nominare vescovo. Rifiutò a lungo, ma dovette cedere alla minaccia della scomunica.
Vescovo di Valenza nel 1544, conservò la sua semplicità nel vestito, a tavola e nella casa, riservando le cure più attente ai poveri, riformò il clero, scrisse vari trattati di ascetica e di mistica, trattando particolarmente dei doni dello Spirito Santo e del Pater. Morì l’otto settembre 1555 e fu sepolto nella chiesa degli Agostiniani di Valenza. Fu beatificato nel 1618 e canonizzato nel 1658.
Elogio.
Il tuo nome, come la tua santità, resteranno per sempre, o Tommaso, perché hai sparso a profusione benefici sul povero (Sai. III, 9; Ant. del Magnificat) e l’assemblea dei santi loda le tue elemosine (Eccli. 3, 11; Antifon. dell' Benedictus). Insegnaci la misericordia verso i fratelli, per avere a nostra volta misericordia da Dio, con l’aiuto della tua preghiera.
Tu sei potente presso la Regina dei cieli della quale cantavi le lodi e il giorno della sua Natività tu giungesti alla patria. Insegnaci a conoscerla sempre meglio e fa’ che cresciamo nel suo amore.
Preghiera.
Proteggi la Spagna, della quale sei la gloria, la tua Chiesa di Valenza, l’Ordine nel quale ti precedettero, sulla via della santità, Nicola da Tolentino e Giovanni Sahagun.
I predicatori della parola santa, nel mondo intero, possano mettere a profitto i tesori, fortunatamente conservati, della eloquenza, che ti fece oracolo di principi e luce dei poveri, meritandoti di essere chiamato strumento dello Spirito Santo (Alessandro VII, Bolla di canonizzazione).
Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959