Vite dei Santi
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Bouquet spirituale:

22 settembre

San Maurizio e Compagni, Martiri
San Maurizio e Compagni

San Maurizio e Compagni
Martiri
(† 286)

A Sion nel Vallese, nel luogo detto Agaune, giorno natalizio dei santi martiri Maurizio, Esuperio, Candido, Vittore, Innocente e Vitale, con i loro compagni della legione Tebea, che, massacrati per Cristo sotto Massimiano, della fama della loro morte hanno riempito il mondo (Martirologio di oggi). Unitamente a Roma ricordiamo questi valorosi che gli eserciti cristiani e molte chiese si gloriano di avere per patroni. «Noi siamo, o Imperatore, tuoi soldati, dissero, ma siamo anche servitori di Dio, per il quale facemmo i nostri primi giuramenti e, se li violassimo, che fiducia avresti negli altri?». Non vi possono essere impegni o discipline che superino l’impegno del battesimo. Quando di fronte ai principi si leva il Dio degli eserciti, ogni soldato ha il dovere, di onore e di coscienza, di preferire gli ordini del capo agli ordini dei subalterni.

Durante l'impero di Diocleziano e Massimiano, fra le legioni romane ve n'era una chiamata «Legione Tebea». Era composta di 6600 uomini, tutti cristiani, pieni di tanta fede e tanta pietà che pareva una' comunità religiosa. L'esercito romano non aveva legione migliore di questa, perché quelli che sono veramente cristiani, sono sempre i più diligenti nel compiere il loro dovere.

Capo di questa legione era Maurizio. Cresciuto fra le armi, egli univa al coraggio un amore a Gesù Cristo davvero ammirabile, e praticava fedelmente le massime evangeliche. Un giorno Maurizio ricevette ordine dall'imperatore di recarsi in Italia, per unirsi al resto dell'esercito romano e andare nelle Gallie contro i Bagaudi, contadini, pastori e nomadi della Gallia, ancora legati alle loro tradizioni celtiche. Maurizio, come sempre in tutte le cose che non si opponevano alla legge di Dio, prontamente ubbidì: venne in Italia, e s'incamminò verso la Gallia con la sua legione.

Giunti nella Valesia presso Agauno, l'imperatore ordinò una sosta, durante la quale dispose che tutti i soldati assistessero ai sacrifici e giurassero di far strage di tutti i Cristiani.

San Maurizio e i suoi legionari si rifiutarono, disposti a morire anziché offendere Dio. Massimiano allora ordinò che la legione fosse decimata; e udendo che gli altri erano rimasti fermi nel loro proposito, ne ordinò una seconda. Ma quegli eroi intrepidi, invidiando la morte dei loro compagni su cui era caduta la sorte, mandarono all'imperatore questa protesta: «Signore, noi siamo vostri soldati, ma nello stesso tempo servi di Dio e gloriandoci di questo, ne facciamo una spontanea confessione. A voi dobbiamo il servizio militare, a Dio l'innocenza; da voi riceviamo lo stipendio, da Dio abbiamo ricevuto la vita. Non possiamo dunque ubbidirvi offendendo Dio, Creatore e Padrone nostro e vostro, ancorché ricusiate di riconoscerlo per tale. Vi offriamo le nostre persone contro qualsivoglia nemico, ma non contro innocenti. Voi ci comandate di perseguitare i Cristiani; eccoci qui: noi siamo cristiani e confessiamo Iddio Padre, autore di tutte le cose, e Gesù Cristo, suo Figliuolo. Abbiamo le armi in mano, ma non faremo resistenza, perché amiamo più morire innocenti, che vivere colpevoli».

Questa protesta inferocì Massimiano, che comandò a un'altra legione di circondare la Tebea, e di uccidere tutti quelli che persistevano a confessare il nome di Gesù. Quei prodi, volendo, avrebbero certamente potuto difendersi con le armi, e il cielo stesso sarebbe forse venuto in loro aiuto, ma essi preferirono dare la vita per Gesù Cristo, e in breve tempo furono tutti trucidati!

Ad Agaunum, in Raetia, l'attuale Saint Maurice-en-Valais, sorse il più antico luogo di culto dedicato a San Maurizio: "Territorialis Abbatia S. Mauritii Agaunensis", l'abbazia svizzera del cantone vallese.

Qui è da cercare il punto focale del futuro culto vivissimo dedicato a San Maurizio nelle Alpi e altrove, che fece di San Maurizio dapprima il patrono del Sacro Romano Impero, poi, entrato il Vallese occidentale nei possedimenti dei Savoia, il culto dei martiri fu legato strettamente alla loro dinastia Fu istituto l'Ordine Cavalleresco di San Maurizio, unito in seguito con quello di San Lazzaro. Le reliquie di San Maurizio furono traslate a Torino e ora custodite nella cappella della Sindone.

Orazione.

Dio onnipotente, degnati di ascoltarci: la solennità festiva del tuo santo martire Maurizio e dei suoi compagni sia per noi sorgente di gaudio, come il loro aiuto è nostro appoggio e la loro nascita al cielo sia la nostra gloria.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959 / Con il permesso di: Sito web Santo del giorno

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