Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

25 aprile

San Marco
O.D.M. pinxit

San Marco
Evangelista e Martire
(I secolo)

Il Leone evangelico, che vigila avanti al trono di Dio, insieme all'Uomo, al Bue, e all'Aquila, viene oggi festeggiato dalla santa Chiesa. È il giorno che vide Marco salire dalla terra al cielo, con la fronte cinta dalla duplice aureola dell'Evangelista e del Martire.

L'evangelista. Come i quattro profeti maggiori - Isaia, Geramia, Ezechiele e Daniele - riassumono in sé il ministero profetico in Israele, così Dio voleva che la nuova alleanza riposasse su quattro testi degni di venerazione, destinati a rivelare al mondo la vita e la dottrina del suo Figliolo incarnato. Marco è discepolo di Pietro. Il suo Vangelo è stato scritto a Roma, sotto l'ispirazione del Principe degli Apostoli. Quello di Matteo era già in uso nella Chiesa; ma i fedeli di Roma desideravano che vi fosse aggiunta la narrazione personale dell'Apostolo. Pietro non intese scriverlo di proprio pugno, ma ordinò al suo discepolo di prendere la penna; e lo Spirito Santo condusse la mano del nuovo Evangelista. Marco si attiene alla narrazione di Matteo; l'abbrevia e, nello stesso tempo, la completa. Una parola, un cenno che ne sviluppi i fatti, attestano, ad ogni pagina, che Pietro, testimone e uditore di tutto, ispirò il lavoro del discepolo. Ma il nuovo Evangelista passerà sotto silenzio, o cercherà di attenuare la colpa del suo Maestro? Ben lungi da ciò, il Vangelo di Marco sarà più duro di quelle di Matteo nel raccontare il rinnegamento dì Pietro. Vi si sente che le amare lacrime, provocate dallo sguardo di Gesù nella casa di Caifa, non avevano cessato di sgorgare. Quando il lavoro di Marco fu compiuto, Pietro lo riconobbe giusto e l'approvò, le Chiese accolsero con gioia questa seconda narrazione dei misteri svoltisi per la salvezza del mondo ed il nome di Marco divenne celebre per tutta la terra.

Matteo, che comincia il suo Vangelo con la genealogia umana del Figlio di Dio, aveva realizzato il tipo celestiale dell'Uomo; Marco compie quello del Leone, poiché inizia con la predicazione di Giovanni Battista, ricordando che la missione del Precursore del Messia era stata annunciata da Isaia, quando aveva parlato della voce di colui che grida nel deserto; voce del leone che scuote le solitudini col suo ruggito.

Il Missionario. La missione apostolica cominciò per Marco dopo la stesura del suo Vangelo. Il momento era giunto in cui l'Egitto, fonte di tutti gli errori, doveva ricevere la verità; la superba Alessandria avrebbe visto sorgere, tra le sue mura, la seconda Chiesa della cristianità, la seconda cattedra di Pietro. Marco era stato destinato, dal suo maestro a compiere questa grande opera. Per mezzo della sua predicazione, la dottrina salvifica germogliò, fiorì, producendo il buon seme in questa terra infedele; e da allora l'autorità di Pietro si delineò, anche se in gradi diversi, nelle tre grandi città dell'Impero: Roma, Alessandria e Antiochia.

Il Martire. Ma la gloria di Marco sarebbe restata incompleta se l'aureola del martirio non fosse venuta a incoronarla. I successi della predicazione del santo Evangelista sollevarono contro di lui i furori dell'antica superstizione egiziana. Durante una festa a Serapide, Marco venne maltrattato dagli idolatri e gettato in una prigione. Fu lì che il risorto Signore, di cui aveva raccontato la vita e le opere, gli apparve una notte, e gli disse quelle celebri parole, che sono poi state il motto della città di Venezia "La pace sia con te, Marco, Evangelista mio"! Al che il discepolo, preso dall'emozione, non poté rispondere che: "Signore!" non trovando altre parole per esprimere la gioia e l'amore; come fece la Maddalena nel mattino di Pasqua, quando restò in silenzio, dopo avere esclamato: "Maestro"! L'indomani Marco fu immolato dai Pagani; aveva compiuta la sua missione, il ciclo si apriva a colui che avrebbe occupato ai piedi del trono dell'Antico dei giorni il posto d'onore ove il profeta di Patmos lo contemplò nella sua sublime visione (Ap 4,6-11). Nel IX secolo, la Chiesa Occidentale si arricchì delle spoglie mortali di Marco. I suoi sacri resti, fino ad allora venerati in Alessandria, furono trasportati a Venezia, che, sotto i suoi auspici, cominciò quel glorioso destino che durò mille anni. La fede in un così grande patrono, operò meraviglie in quegli isolotti ed in quelle lagune, che videro innalzarsi presto una città, altrettanto potente che magnifica. L'arte bizantina costruì l'imponente e sontuosa Chiesa che fu il palladio della regina dei mari; e la nuova repubblica incise sulle sue monete l'effige del Leone di san Marco; sarebbe stata fortunata se, più filiale verso Roma e più severa nei suoi costumi, non avesse degenerato nella dignità della condotta e nella fede dei suoi secoli di gloria!

Preghiera

Tu sei, o Marco, il Leone misterioso attaccato, insieme con l'Uomo, col Bue e con l'Aquila, al carro sul quale il Re dei re avanza alla conquista del mondo. Fin dall'antica Alleanza, Ezechiele ti vide nel cielo, e Giovanni, il profeta della nuova Legge, ti riconobbe presso il trono di Dio. Quale gloria è la tua! Storico del Verbo fatto carne, narrasti a tutte le generazioni ciò che gli da diritto all'amore e all'adorazione degli uomini; la Chiesa s'inchina di fronte ai tuoi scritti e li dichiara ispirati dallo Spirito Santo.

Nello stesso giorno di Pasqua ti abbiamo ascoltato nel racconto che ci fai della Risurrezione del nostro Salvatore; ottienici, o Santo Evangelista, che questo mistero produca in noi tutti i suoi frutti; che il nostro cuore, come il tuo, si stringa a Gesù risorto, affinché lo seguiamo ovunque in questa nuova vita che ci ha aperto, risuscitando per primo.

Domandagli che si degni di concederci la sua pace, come la dette ai suoi Apostoli, quando apparve nel Cenacolo; come la dette anche a te, nella prigione.

Tu fosti il discepolo di Pietro; Roma si onora di averti ospitato tra le sue mura; prega adesso per il successore del tuo Maestro, per la Chiesa Romana, sbattuta dalla tempesta. Leone evangelico, implora il Leone della tribù di Giuda in favore del suo popolo; risveglialo dal suo sonno; pregalo di levarsi con la sua forza: mediante il suo solo aspetto, dissiperà tutti i nemici.

O Apostolo dell'Egitto! cosa è divenuta la tua Chiesa di Alessandria, seconda cattedra di Pietro, arrossata dal tuo sangue? Le stesse rovine sono perite. Il vento infuocato dell'eresia portò la desolazione in Egitto, e Dio, nella sua collera, tredici secoli fa, scatenò su di esso il torrente dell'islamismo. Quelle contrade, dovranno dunque rinunziare per sempre a veder brillare di nuovo la fiamma della fede, fino alla venuta del Giudice dei vivi e dei morti? L'ignoriamo; ma, in mezzo agli avvenimenti che si succedono, osiamo pregarti, o Marco, d'intercedere per quelle regioni che evangelizzasti, e dove le anime sono altrettanto devastate quanto il suolo.

Ricordati anche di Venezia, o Marco! il suo scettro è caduto, forse per sempre; ma essa è ancora abitata da quel popolo, i cui antenati si consacrarono a te. Conserva in esso la fede; accordagli la prosperità, fa' che si risollevi dalle prove avute e renda gloria a Dio.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959

Riflessione. Lo spirito di Gesù è spirito di mortificazione che insegna a castigare la carne ribelle e a ridurla in servitù: guai a noi se non vestiamo questo spirito! dopo aver vissuto secondo la carne, ancriremo d'infausia morte.

Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879

Indice dei Santi