Bouquet spirituale:
26 novembre
Paul-Jerome nacque e fu battezzato il 20 dicembre 1676 a Port-Maurice, nello Stato di Genova. Suo padre, Dominique Casanova, era un capitano di vascello e univa una fede solida a una virtù severa.
Le qualità di Paul divennero presto evidenti ai suoi genitori. Decisero quindi di approfittare dell'affettuosa ospitalità dello zio, Agostino Casanova, per permettergli di continuare gli studi a Roma. Paolo aveva allora quattordici anni. In questo ambiente effervescente si mantenne puro e sviluppò la sua pietà; imparò a utilizzare il suo tempo libero dedicandosi ad alcune forme di apostolato laico.
Un giorno vide due religiosi che passavano per strada, con la testa rasata e i piedi scalzi, modesti e raccolti. Erano due francescani di stretta osservanza. La sua decisione fu subito presa. Invano lo zio cercò di dissuaderlo; non riuscendo a convincerlo, lo cacciò da casa sua. Lo sfortunato studente andò a bussare alla porta di sua cugina, la figlia di Agostino, che era sposata con Leonardo Pongetti: fu accolto con alacrità. Per gratitudine, il giorno in cui Paolo vestì l'abito francescano, adottò il nome di suo cugino, Leonardo, con cui sarebbe passato alla storia. Ammesso al noviziato nel settembre 1697, fu consacrato sacerdote nel 1703.
I superiori affidarono a padre Leonard la predicazione, per la quale aveva una straordinaria predisposizione. Sant'Alfonso de Liguori, suo contemporaneo, definì padre Leonardo da Port-Maurice "il più grande missionario del secolo". Dedicò quarant'anni della sua vita all'opera di apostolato e predicò più di trecento missioni, davanti a ogni tipo di pubblico, nelle grandi città come nei villaggi più modesti, e ovunque con un meraviglioso successo. Vere e proprie folle, stimate in quindicimila, ventimila e persino trentamila persone, vennero ad ascoltarlo e a convertirsi.
Il segreto di questo successo non risiedeva tanto nel merito letterario dei suoi discorsi quanto nella sua santità. L'amore di Dio e delle anime era il focolare ardente dove si alimentava il suo zelo. Signore", gli piaceva dire, "lascia che io ti lodi e ti benedica. Lascia che ti offra tanti atti d'amore quante sono le foglie nelle foreste, i fiori nei prati, le stelle nel firmamento, le gocce nei fiumi, i granelli di sabbia nel mare.
Aveva sempre in bocca i dolci nomi di Gesù e Maria e li faceva incidere sui frontespizi delle case. Propagò la devozione alla Via Crucis e l'istituzione dell'adorazione perpetua.
Il Maestro divino volle mostrare la sua santità mentre era ancora in vita: lesse le coscienze, predisse il futuro; a Matelica, restituì la vista a Françoise Benigni, una madre cieca da molti anni.
Leonardo aveva sessantaquattro anni e stava pensando di ritirarsi dal ministero. Papa Benedetto XIV lo incoraggiò a continuare, dicendo: "Un buon soldato deve morire con le armi in mano. Egli obbedì: nonostante le sue infermità, continuò il suo fruttuoso apostolato per altri dieci anni.
Ma all'età di settantaquattro anni, stremato dal lavoro e dalla malattia, tornò a Roma per morire, rafforzato dai sacramenti della Chiesa, il 26 novembre 1751.
Tradotto dal francese: J.-M. Planchet, Nouvelle Vie des Saints, 2e éd. Paris, 1946