Bouquet spirituale:
7 novembre
Jacinto nacque a Xàtiva in Spagna il 13 gennaio 1743 da José Castañeda, scriba reale, e da Josefa Maria Puchasons, coppia profondamente cristiana. Fu battezzato con i nomi di Felice, Tommaso, Gioacchino e Taddeo.
Entrato nell’Ordine Domenicano, nel collegio di Orihuela compì gli studi filosofici e teologici. Prese il nome di Giacinto onorando così il santo omonimo polacco. Nel 1761 giunse la richiesta da parte della Provincia del Rosario delle Filippine di giovani valorosi con vocazione missionaria e disposti a spendere la loro vita per il Vangelo dall’altra parte del mondo. Anche fra’ Jacinto accettò l’invito. Nella capitale filippina portò a termine i suoi studi e fu ordinato sacerdote il 2 giugno 1765.
Destinato alle missioni in Cina, a Macao studiò l’idioma mandarino, per poi iniziare la sua opera di evangelizzazione soccorrendo i poveri e gli infermi di quel paese ostile e persecutore verso i cristiani. Il 17 luglio 1769 padre Jacinto amministrò i sacramenti ad un cristiano molto malato, poi rientrando a terra il mattino dopo un viaggio in barca si imbatte in un gruppo di mandarini armati che lo attendeva in seguito alle denunce di un apostata. Con il suo accompagnatore padre Lavilla fu incarcerato. Il viceré li condannò, però, all’esilio perpetuo ed il 3 ottobre lasciarono il carcere.
All’inizio di dicembre giunsero a Macao ed il 9 febbraio 1770 si imbarcarono per il Vietnam. Sbarcarono il 22 marzo. Dopo tre anni di attività missionaria Castañeda si ammalò gravemente, ma nonostante ciò non interruppe il suo instancabile lavoro al servizio della comunità. L’11 luglio 1773, nonostante l’aggravarsi della sua salute, volle portare l’olio santo a degli infermi, ma lui ed i suoi accompagnatori ebbero l’impressione di essere inseguiti da un gruppo di soldati. Con il confratello padre Vincenzo Le Quang Liem fu catturato ed i due vennero rinchiusi in una gabbia per quasi tre mesi. Infine il 7 novembre vennero decapitati a Ket Cho nel Tonchino. Padre Jacinto aveva appena trent’anni. Papa Giovanni Paolo II il 19 giugno 1988 lo ha canonizzato.
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