Bouquet spirituale:
17 novembre
San Gregorio compì così tanti miracoli che, durante la sua vita, fu chiamato Taumaturgo, cioè operatore di miracoli. Nato da genitori nobili e ricchi, ma pagani, fin da bambino sentì la verità del cristianesimo. L'insegnamento del grande Origene lo confermò in questo pensiero; ricevette il Battesimo: "Utilizza", scrisse il suo Maestro, "i talenti che Dio ti ha dato per la difesa della religione di Cristo, e a questo scopo abbi cura soprattutto di unire la preghiera allo studio".
Gregorio avrebbe potuto occupare le posizioni più alte; preferì vendere tutti i suoi beni, donare il ricavato ai poveri e ritirarsi in solitudine per conversare solo con Dio. Ben presto dovette accettare il peso dell'episcopato; la sua conoscenza e i suoi miracoli gli diedero un'influenza sorprendente sul popolo. Gregorio era un uomo dotato dello spirito degli Apostoli e dei Profeti.
Tutta la sua condotta, dice San Basilio, portava l'impronta della perfezione evangelica. Non pregava mai se non a capo scoperto; parlava con semplicità e modestia; aborriva la menzogna, la furbizia e tutte le deviazioni che non corrispondono all'esatta verità. Non poteva sopportare nulla che offendesse la mitezza e la carità. Morì lasciando solo diciassette idolatri dove aveva trovato diciassette cristiani.
Tradotto dal francese: Abbé Léon Jaud, Vie des Saints pour tous les jours de l'année, Tours, Mame, 1950
Riflessione. Per convertire bisogna che l'eloquenza sia convalidata dalla santità delle azioni; quindi sono da ammirare vivamente coloro che accoppiano vivamente in sè soli il doppio merito della virtù e dell'eloquenza, e rendono così alla Chiesa ed all'umanità un doppio servigio.
Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879