Bouquet spirituale:
12 aprile
La dignità della santa sede, il concilio niceno, e Atanasio trovarono in codesto romano pontefice, che succedette a san Marco nel 337, validissimo sostegno. Imperversava in Oriente l'empietà dell'ariana eresia e parecchi vescovi santissimi eran di là cacciati. Giulio gli accoglieva con affabilità e con viva costanza difendevali contro implacabili nemici, come più specialmente fece con Atanasio. Condannò i concili di Tiro e d' Antiochia che gli ariani avevano adunati per abolire la professione di fede promulgata nel concilio niceno.
Convocò pure in Roma due concili, in cui accolse le lagnanze de' vescovi esiliati e ne dichiarò la piena innocenza. Rigettò la fraudolente formula di fede concepita nel secondo concilio di Antiochia dagli Eusebiani seguaci di Ario, e intimò il gran concilio Sardicense, composto di vescovi dell'oriente e dell'occidente. Speditivi legati, molte cose dispose a pro della cattolica fede e della ecclesiastica disciplina. Fece edificare in Roma due basiliche e tre cemeterii. Volle che nessun sacerdote muovesse causa se non avanti a giudice competente, e che dal protonotario si stendessero gli atti di tutto quanto risguardava le cose ecclesiastiche. Dopo di aver santamente governata la Chiesa per 15 anni, se ne volò al Signore.
La morte venne opportunissima a chiudere gli occhi di tanto pontefice, non meno illustre per la santità della vita che per la difesa della fede cristiana, poiché spirò cogliendo i momenti fuggitivi d'una pace che non doveva molto sopravvivere alle sue ceneri. Le sue sacre spoglie furono trasferite nella chiesa di santa Maria in Trastevere da lui ingrandita e onorevolmente collocate sotto l'Ara massima.
Riflessione. Risolviamoci di pensare spesso alla morte, di vivere in tal maniera che non viviamo se non per Dio, affinchè giunti al punto estremo meritiamo d'essergli uniti per tutta l'eternità. Sant' Anselmo.
Michele Sartorio, Il piccolo leggendario ovvero vite de' Santi, Milano, Paolo Ripamonti Carpano, editore, 1847