Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

6 maggio

San Giovanni
San Giovanni
O.D.M. pinxit

San Giovanni
davanti la Porta Latina
Apostolo ed evangelista
(verso il 95)

Giovanni, il discepolo amato che noi abbiamo visto presso la culla del bimbo di Betlemme, riappare oggi per partecipare all'incontro del glorioso trionfatore della morte e dell'inferno.

La domanda di Salome. Nella sua materna ambizione, un giorno Salome aveva presentato i suoi due figli a Gesù, domandando per loro i primi posti nel suo regno. Il Salvatore parlò allora del calice che egli doveva bere, e predisse che un giorno quei due discepoli l'avrebbero bevuto a loro volta. Il primogenito, Giacomo il Maggiore, dette per primo questo segno d'amore al suo divino Maestro; Giovanni, il più giovane, fu chiamato oggi, a suggellare con la sua vita la testimonianza resa alla divinità di Gesù. Ma al martirio di questo Apostolo era necessario un ambiente degno di lui. L'Asia minore, che aveva evangelizzata mediante le sue cure, non era una terra abbastanza illustre per sostenere degnamente la gloria di una simile battaglia. Roma soltanto, Roma, dove Pietro aveva già trasferito la sua cattedra e sparso il suo sangue, dove Paolo aveva chinato la testa veneranda sotto la spada, meritava l'onore di vedere l'augusto vegliardo, il discepolo amato da Gesù, l'ultimo sopravvissuto del collegio Apostolico, avanzarsi tra le sue mura, verso il martirio.

Il calice. Un altro nemico, approfittando delle divisioni religiose dell'Occidente, minaccia l'Europa in quei medesimi giorni; e l'Italia era destinata ad essere la prima preda. Uscita dal Bosforo, la flotta ottomana, si dirige contro la cristianità; sarebbe la fine, se l'energico Pontefice non vegliasse sulla salvezza di tutti. Getta l'allarme, chiama alle armi i principi cristiani. L'Impero e la Francia, lacerate dalle fazioni che l'eresia vi ha generato, odono l'appello, ma restano immobili; la Spagna sola, con Venezia e la piccola flotta papale, rispondono alle istanze del Pontefice, e, ben presto la Croce e la mezzaluna si trovano di fronte nel golfo di Lepanto. La preghiera di Pio decide la vittoria in favore dei cristiani, le cui forze sono di molto inferiori a quelle dei Turchi. Noi ritroviamo questa felice memoria in ottobre, per la festa della Madonna del Rosario. Ma oggi bisogna ricordare la rivelazione fatta dal Santo Pontefice, la sera della grande giornata del 7 ottobre 1571. Dalle sei del mattino, fino all'approssimarsi della notte, la battaglia si svolse tra la flotta cristiana e quella musulmana. Improvvisamente, il Pontefice, spinto da un divino impulso, guarda fisso il cielo, resta in silenzio qualche istante, poi, volgendosi verso le persone presenti, dice loro: "Ringraziamo Iddio: la vittoria è dei cristiani". Ben presto la notizia giunse a Roma, ed in tutta la cristianità non si tardò a conoscere che ancora una volta il Papa aveva salvato l'Europa. La disfatta di Lepanto portò alla potenza ottomana un terribile colpo, dal quale non si risollevò mai più: l'era della sua decadenza data da quel giorno famoso.

Il riformatore. Domiziano regnava da tiranno su Roma e sul mondo. Sia che Giovanni avesse liberamente intrapreso il viaggio verso la città sovrana per salutarvi la Chiesa principale, sia che un editto imperiale l'avesse condotto in catene nella capitale dell'impero, sta di fatto che egli compare di fronte ai fasci della giustizia romana nell'anno 95. È accusato di avere propagato in una vasta provincia dell'impero il culto verso un ebreo crocifisso sotto Ponzio Pilato. Deve perire; e la sentenza dice che un supplizio vergognoso e crudele libererà l'Asia da un vecchio superstizioso e ribelle. Se egli seppe sfuggire a Nerone, non eviterà la vendetta dell'Imperatore Domiziano. Viene preparata una caldaia di olio bollente, di fronte alla porta Latina [1]. La condanna reca che il predicatore di Cristo deve esservi immerso. È dunque giunto il momento in cui il figlio di Salome parteciperà al calice del suo Maestro. Il cuore di Giovanni trasalisce di felicità al pensiero che lui, il più amato e tuttavia il solo degli Apostoli che non abbia ancora sofferto la morte per questo divino Maestro, sia finalmente chiamato a dargli la testimonianza del suo amore. Dopo avergli fatto, senza dubbio, subire una crudele flagellazione, i carnefici afferrano il vegliardo, lo immergono barbaramente nella caldaia; ma, o prodigio! l'olio bollente ha perduto d'improvviso il suo calore: le membra sfinite dell'Apostolo non ne risentono alcuna sofferenza, ma, per di più, quando lo si toglie finalmente dalla caldaia impotente, egli ha riacquistato tutto quel vigore che gli anni gli avevano tolto. La crudeltà del pretorio è vinta, e Giovanni, martire di desiderio, viene così conservato alla Chiesa ancora per qualche anno. Un decreto imperiale lo esilia nell'isola di Patmos, ove il cielo gli manifesterà i futuri destini del cristianesimo sino alla fine dei secoli. La Chiesa Romana, conserva tra i suoi ricordi più gloriosi, il soggiorno e il martirio di Giovanni nella città eterna, ed ha costruito una Basilica nel luogo approssimativo ove l'Apostolo rese la sua testimonianza alla fede cristiana. Questa Basilica è situata presso la Porta Latina, ed è sede di un Titolo cardinalizio.

Lode.

Con quale gioia ti vediamo riapparire, discepolo del Signore risorto! Già altra volta ti incontrammo presso la culla in cui dormiva tranquillamente il promesso Salvatore. Enumerammo, allora, tutti i tuoi titoli di gloria: Apostolo, Evangelista, Profeta, Vergine, Dottore di carità, e sopra ogni altro attributo onorifico, quello di prediletto Discepolo di Gesù. Oggi ti salutiamo come Martire, poiché, se l'ardore del tuo amore ha vinto quello del tormento che ti era stato preparato, ne avevi ugualmente accettato, con tutta l'energia della tua dedizione, il calice che Gesù ti aveva annunciato nei tuoi verdi anni. In questi giorni del Tempo Pasquale ti vediamo, di continuo, presso quel divino Salvatore, che ti circondò delle sue ultime carezze. Chi potrebbe meravigliarsi di quella predilezione? Non sei stato forse l'unico dei Discepoli ad essere ai piedi della Croce? Non è a te che egli ha affidato la Madre sua, divenuta ormai anche la tua? Non eri presente mentre, pendente dalla Croce, il suo cuore fu squarciato dalla lancia? Quando la mattina di Pasqua, insieme a Pietro sei andato al Sepolcro, non hai forse con la tua fede, reso omaggio per primo tra i discepoli alla risurrezione del Maestro, che non avevi ancora veduto? Gioisci, dunque, presso questo ineffabile Signore delle delizie di cui è così prodigo verso di te, ma pregalo anche per noi, Apostolo beato! dobbiamo amarlo per tutti i benefici che ha riversato su di noi; eppure riconosciamo, confusi, di essere tiepidi nel nostro amore per lui. Tu ci hai fatto conoscere Gesù bambino; ce l'hai rappresentato crocifisso; mostracelo ora risuscitato; fa' che seguiamo i suoi passi durante queste ultime ore del suo soggiorno sulla terra; e quando sarà salito al cielo, fortifica il nostro cuore nella fedeltà, affinché, a tuo esempio, noi pure siamo pronti a bere il calice delle prove che egli ci ha preparato.

Preghiera.

Roma è stata spettatrice della tua confessione di fede, o santo Apostolo! Amala sempre, e nell'ora della tribolazione sua, unisciti a Pietro e Paolo per proteggerla. L'oriente ti ha avuto suo durante quasi tutta la tua vita; ma l'Occidente rivendica l'onore di contarti nelle prime file dei suoi martiri. Benedici le nostre Chiese, rianima in noi la fede, riaccendi la carità, e liberaci da quegli anticristi che segnalavi ai fedeli del tuo tempo e che, tra noi, sono causa di tante rovine. Figlio adottivo di Maria, tu contempli adesso quella madre tua in tutta la sua gloria; presentale i nostri voti durante questo mese che le consacriamo, ed ottenici, dalla sua materna bontà, le grazie che osiamo domandarle.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959