Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

17 agosto

San Giacinto, Missionario Domenicano
San Giacinto

San Giacinto
Missionario Domenicano
(† 1257)

L’apostolo dell’Europa orientale. Giacinto è l’eroe di un’intrepida legione di missionari, che nei secoli xiii e xiv affrontarono le barbarie tartara e musulmana, che minacciavano l’Occidente. Egli propagò l’Ordine domenicano, dalle Alpi al confine settentrionale dell’impero cinese, dalle isole dell’Arcipelago alle terre artiche, accrescendo il regno di Dio. Per 40 anni seminò prodigi, confuse l’eresia e dissipò le tenebre dell’idolatria nelle steppe, dove lo scisma di Bisanzio disputava le sue sterili conquiste agli infedeli che premevano dal nord.

Come il primo apostolato, anche il suo ebbe la consacrazione del martirio. Furono episodi ammirabili nei quali gli angeli del cielo illuminarono del loro sorriso il duro combattimento dei loro fratelli in terra ! Nel convento fondato da Giacinto a Sandomir sulla Vistola erano raccolti, sotto la guida del beato Sadoc, 48 Frati Predicatori e il lettore del Martirologio, che annunzia la festa del giorno seguente, lesse questa formula, che si svolgeva in caratteri d’oro davanti ai suoi occhi: A Sandomir il giorno quarto delle none di giugno la passione di 49 martiri. I Frati, prima sorpresi, capirono tosto l’insolito annuncio e, nell’allegrezza delle loro anime, si disposero a cogliere la palma del martirio, che loro procurò il giorno seguente una irruzione di Tartari e, a cuori uniti, al canto della Salve Regina, resero a Dio la testimonianza suprema.

Giacinto non chiuderà sotto la spada dei carnefici la sua vita gloriosa. Giovanni, l’apostolo prediletto, aveva dovuto restare quaggiù fino a quando venne il Signore (Gv. 21, 22) e san Giacinto attese la venuta della Madre del Signore.

Il taumaturgo. Alla sua vita tutta celeste non mancano fatiche, sofferenze e meravigliosi aiuti dall’alto. Kiev, la città santa delle Russie, resistette cinque anni al suo zelo di apostolo e i Tartari passarono su di essa come la giustizia dell’Onnipotente, mettendo a sacco la ribelle città. La devastazione universale giunse al santuario, dove l’uomo di Dio compiva l’augusto Sacrificio. Vestito dei paramenti sacri. Egli allora prende con una mano il divino Sacramento e con l’altra la statua di Maria, che gli chiede di non abbandonarla ai barbari e, sano e salvo, coi suoi frati, attraversa le orde pagane bramose di strage, le vie in fiamme, il Dnieper e le acque del fiume si fanno solide sotto i suoi piedi. Il santo prosegue la sua miracolosa ritirata fino a Cracovia e depone il suo prezioso carico nel convento della Trinità. Leggera prima come una rosa, la statua di Maria, che egli aveva portata, riprende il suo peso naturale, tanto grande che un uomo da solo non può smuoverla ed è presso quella statua che egli, dopo molte altre fatiche morirà.

Il discepolo di Maria. La devozione alla Vergine Santa domina tutta la vita di san Giacinto e la Vergine serba a lui tenerezze materne. All’inizio della sua vita apostolica la Vergine gli apparve e gli disse: «Coraggio, Giacinto, figlio mio, e sii lieto I Tutto quello che chiederai in mio nome ti sarà concesso ». La visione avvenne nella vigilia dell’Assunzione e il beato pose in essa la sovrumana confidenza del taumaturgo, che nessun ostacolo potrà mai arrestare. Egli custodì il profumo verginale, che lo accompagnò nella vita, e lo splendore di soprannaturale bellezza, che fece di lui un’immagine fedele del suo padre Domenico. Nel giorno del suo trionfo, il 15 agosto del 1257, la Madonna gli comparì ancora nella chiesa della Santissima Trinità, in mezzo a una schiera di Angeli che formavano la sua corte, e un’anima santa, cui l’estasi aveva rotto i veli della mortalità, gridò: «Chi siete voi ?». Maria rispose: «Io sono la madre della Misericordia e colui che tiene la sua mano nella mia è Frate Giacinto il mio figlio devotissimo, che io conduco alle nozze eterne». La Madonna intonò quindi con la sua voce dolcissima: «Vado sui colli del Libano» e, mentre Angeli e Vergini proseguivano in mirabile armonia il canto celeste, il corteo sparì verso le altezze splendenti della patria.

Vita. La vita di San Giacinto, essendo scritta troppo tardi e cioè verso il 1350, porta, insieme a elementi veri, anche elementi leggendari. Sappiamo che apparteneva all’Ordine dei Predicatori già nel 1228 e che era allora nel convento di Cracovia. Dieci anni dopo predicò la crociata contro i Prussiani ancora idolatri e morì il 15 agosto 1257. I Domenicani compirono nel secolo XIII un vasto apostolato in tutto l’Oriente di Europa, nella Russia, nella Prussia, nella Lituania e nei Balcani, ma l’invasione dei Tartari nel 1241 e 1242 distrusse numerosi conventi e moltiplicò i martiri. San Giacinto è considerato apostolo della Polonia e il suo sepolcro fu meta di celebri e frequenti pellegrinaggi.

Per Maria.

È grande il tuo privilegio, o figlio di san Domenico, di essere unito così strettamente a Maria da meritare che il giorno del tuo trionfo ti vedesse entrare nella gloria ! Tu, che occupi un posto così bello, nel corteo che la conduce alla gloria, parlaci delle sue grandezze, della sua bellezza, del suo amore per gli uomini, che essa vorrebbe tutti, come te, partecipi della sua felicità. Per mezzo di essa tu fosti potente nell’esilio, in attesa di essere con Lei felice e glorioso. Dopo Adalberto e Anscario e Cirillo e Metodio, tu hai ripercorsi gli ingrati sentieri del nord; dove spine e rovi rinascono tanto facilmente. Là ove i popoli, liberati dal paganesimo con tanto sacrificio per la Chiesa, sono ancora vincolati nelle reti dello scisma e nei labirinti dell’eresia il principe delle tenebre ha avuto nuove sconfitte e una infinita moltitudine ha spezzato le catene e la luce della salvezza ha brillato più lontano, fino dove i tuoi predecessori non erano giunti. La Polonia, conquista definitiva della Chiesa, ne diventò il baluardo fino ai giorni del tradimento, che segnò la fine dell’Europa cristiana.

Custodisci, o Giacinto, la fede nel cuore di quel nobile popolo, in attesa del giorno della risurrezione, implora grazie per le regioni del nord, già riscaldate al soffio ardente della tua parola. È promessa della Madre di misericordia che nulla di quanto chiedi per mezzo di Maria ti sia rifiutato.

Conserva lo zelo dell’apostolato nel tuo Ordine e possa moltiplicarsi il numero dei tuoi fratelli, troppo inferiore al bisogno dei tempi.

Al potere che ti fu dato sui flutti si riallaccia quello, che la confidenza dei fedeli, giustificata da tanti prodigi, ti attribuisce, di richiamare in vita gli annegati e mille volte le madri cristiane hanno sperimentato la tua potenza talvolta miracolosa nel ricondurre alla sorgente di salute i frutti del loro seno, che un parto laborioso minacciava di privare del Battesimo. Mostra ai tuoi devoti che la bontà di Dio è sempre la stessa e la potenza dei suoi eletti non è diminuita.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959

Indice dei Santi