Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

4 giugno

San Francesco Caracciolo
San Francesco Caracciolo

San Francesco Caracciolo
Confessore, Fondatore
dei Chierici regolari e i figli di san Francesco
(1563-1608)

La fede dei santi. I beni recati al mondo dallo Spirito Santo, continuano a rivelarsi nella Liturgia. Francesco Caracciolo ci appare come un tipo nuovo di quella sublime fecondità che il cristianesimo ha dato alla terra, e di cui Clotilde ci presenta un esempio così meraviglioso. La fede dei santi è in essi il principio della fecondità soprannaturale, come lo fu nel padre dei credenti; essa genera alla Chiesa membri isolati o interi popoli; da essa procedono parimenti le molteplici famiglie degli Ordini religiosi che, nella fedeltà nel seguire le vie diverse su cui li hanno posti i loro fondatori, costituiscono il principale elemento del decoro regale della Chiesa. È questo il pensiero che esprimeva il Sommo Pontefice Pio VII nel giorno della canonizzazione di san Francesco Caracciolo volendo – diceva – «rettificare così il giudizio di coloro che avrebbero apprezzato la vita religiosa secondo l’ingannevole parere dei punti di vista di questo mondo, e non secondo la scienza di Gesù Cristo».

Gli Ordini religiosi nel XVI secolo. Il XVI secolo aveva sentito ai suoi inizi la più tremenda bestemmia che fosse mai stata proferita contro la Sposa di Cristo. Colei che veniva chiamata la prostituta di Babilonia provò la sua legittimità di fronte all’eresia impotente a far germogliare una sola virtù nel mondo, con la meravigliosa fioritura degli Ordini nuovi usciti dal suo seno in pochi anni, per rispondere alle esigenze della nuova situazione creata dalla ribellione di Lutero. Il ritorno degli antichi Ordini al loro primitivo fervore, l’istituzione della Compagnia di Gesù, dei Teatini, dei Fratelli di san Giovanni di Dio, dell’Oratorio di san Filippo Neri, dei Chierici regolari di san Girolamo Emiliani e di san Camillo de Lellis, non sono sufficienti al divino Spirito; il quale suscita alla fine dello stesso secolo un’altra famiglia, che ha come speciale caratteristica di organizzare tra i suoi membri la mortificazione e la preghiera continua, mediante l’uso incessante dei mezzi della penitenza cristiana e dell’adorazione perpetua al SS. Sacramento.

I chierici regolari e i figli di san Francesco. Sisto V riceve con giubilo questi nuovi combattenti della grande battaglia. Per distinguerli dagli altri Ordini già numerosi di chierici che uniscono agli obblighi del loro santo stato la pratica dei consigli evangelici, e come prova del suo affetto particolarmente paterno , l’illustre Pontefice dato al mondo dalla famiglia francescana assegna a questi ultimi venuti il nome di Chierici regolari Minori.

Con lo stesso pensiero di riavvicinamento all’Ordine serafico, il santo che festeggiamo oggi, e che deve essere il primo Generale del nuovo Istituto, cambia il nome di Ascanio che aveva portato fino allora in quello di Francesco. Il cielo, da parte sua, sembrò volere anch’esso unire Francesco Caracciolo e il patriarca di Assisi, dando alle loro vite la stessa durata di 44 anni.

Come il suo antesignano e patrono, il fondatore dei Chierici regolari Minori fu di quegli uomini di cui la Scrittura dice che, avendo vissuto poco hanno percorso lungo cammino (Sap. 4, 13). Numerosi prodigi rivelarono durante la sua vita le virtù che la sua umiltà avrebbe voluto nascondere al mondo. Appena la sua anima ebbe lasciato la terra e il suo corpo fu sepolto, le folle accorsero a una tomba che continuava a testimoniare ogni giorno, con la voce del miracolo, il favore di cui godeva presso Dio colui del quale essa custodiva le spoglie mortali.

Vita. Ascanio Caracciolo nacque nel 1563 in Abruzzo. La sua pietà verso l’eucaristia e la SS. Vergine si manifestò fin dall’infanzia. A 22 anni, dopo una grave malattia, lasciò il mondo ed entrò nella Congregazione dei Bianchi il cui fine era quello di assistere i carcerati, i galeotti e i condannati a morte. Nel 1588 fondava con due compagni una nuova Congregazione: dei Chierici Regolari Minori. Essa doveva unire gli esercizi della vita attiva, come l’educazione della gioventù, a quelli della vita contemplativa, come l’adorazione perpetua del SS. Sacramento. I Chierici si impegnarono a non ambire alcuna dignità ecclesiastica.

Dopo aver fondato parecchie case in Italia e in Spagna, san Francesco morì nel 1608 ad Agnone; il suo corpo fu trasportato a Napoli dove ancora riposa. Fu beatificato nel 1769 da Clemente XIV e canonizzato nel 1807 da Pio VII, che estese il suo culto a tutta la Chiesa.

San Francesco e l’Eucarestia. Il tuo amore per il Sacramento dell’altare fu ben ricompensato, o Francesco; Tu avesti l’onore di essere chiamato al banchetto dell’eterna patria nell’ora stessa in cui la Chiesa della terra intonava la lode dell’Ostia, nei primi Vespri della festa che le consacra ogni anno. Sempre vicino alla solennità del Corpus Domini, il tuo anniversario continua ad invitare gli uomini, come facevi durante la tua vita, a scrutare le profondità del mistero d’amore. È la divina Sapienza che dispone misteriosamente l’armonia del Ciclo liturgico, coronando i santi nelle stagioni fissate dalla Provvidenza. Tu meritavi giustamente il posto d’onore che essa ti assegna nel santuario, presso l’Ostia.

Preghiera e penitenza.

Sulla terra, tu ripetevi senza posa al Signore insieme con il Salmista: Lo zelo della tua casa mi ha divorato (Sai. 68, io). Queste parole che erano tanto del Salmista, quanto dell’Uomo-Dio di cui egli era la figura (Gv. 2, 17), riempivano veramente il tuo cuore; dopo la morte, furono trovate impresse nella carne stessa del tuo cuore inanimato, come se fossero state l’unica regola dei tuoi palpiti e delle tue aspirazioni. Di qui quel bisogno della preghiera continua, con quell’ardore sempre uguale per la penitenza, di cui facesti la particolare caratteristica della tua famiglia religiosa, e che avresti voluto far condividere da tutti. Preghiera e penitenza: esse soltanto pongono l’uomo nella vera situazione che gli si addice dinanzi a Dio. Conservane il prezioso deposito nei tuoi figli spirituali, o Francesco; con il loro zelo nel propagare lo spirito del loro padre, facciano essi di quel sacro deposito, il tesoro di tutta la terra.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959; Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879

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