Bouquet spirituale:
18 maggio
Naque san Felice nell'anno 1513 in Cantalice, terra dell'Abruzzo, di poveri genitori, ma pii, che gl' insegnarono a temer Dio sin dalla fanciullezza. In età di 12 anni acconciatosi per garzone in casa di un contadino benestante di Civita Ducale, guardò gli armenti e lavorò la terra. Passando la maggior parte del tempo alla campagna visse in una mirabile semplicità e innocenza, pensando spesso a Dio e coll' offrirgli tutte le fatiche e i disagi del suo mestiere e facendo frequenti orazioni per implorarne l'aiuto e la grazia.
Siccome egli non sapeva leggere, così procurava di ascoltar la parola divina e di assistere alla lettura dei libri spirituali e segnatamente delle Vite de' santi, onde si sentì ispirato dell'imitarne le penitenze e austerità. A tal fine risolvette d' abbracciare l'istituto de' religiosi di san Francesco, chiamati Cappuccini.
Si presentò Felice nell'età di 30 anni dal guardiano del convento di Civita Ducale e fece istanza d'esservi ammesso qual laico. Rigettato sulle prime, continovò le istanze e fu esaudito. Il guardiano, prima di riceverlo, il condusse in chiesa, e mostratagli un'immagine del Crocifisso, gli disse: Vedi là chi devi imitare e seguire; rifletti bene se ti dà l'animo di vivere tutto il tempo di tua vita con esso lui confitto in croce.
Indi lo inviò a Roma dal provinciale dell'ordine, che benignamente accoltolo, l'ammise nella religione, inviandolo in Anticoli pel noviziato. Felice accattava il pane pei religiosi, ed esercitava quel faticoso uffizio con tale modestia, semplicità e carità da meritargli la stima d'ogni sorta di persone e fin anco delle più illuminate e tra le altre di san Filippo Neri e di san Carlo Borromeo.
Inoltrato negli anni, esausto di forze, si dette più che mai al raccoglimento, all'esercizio della preghiera e alla contemplazione della patria celeste a cui anelava. Onorato del dono de' miracoli , morì il 18 maggio del 1587 in età d'anni 74.
Riflessione. Le persone idiote non meno che le dotte possono approfittare della vita di Felice. Anche senza lettere possiamo arrivare a gran santità, purché c'istruiamo nella religione. Avanti a Dio nulla conta la scienza, ma bensì la vita buona. Sorgono, dice sant'Agostino, gli idioti, e rapiscono, vivendo bene, il regno de' cieli, mentre i dotti si rivoltolano nel fango e nelle sozzure, onde precipitano nell' inferno.
Michele Sartorio, Il piccolo leggendario ovvero vite de' Santi, Milano, Paolo Ripamonti Carpano, editore, 1847