Bouquet spirituale:
29 febbraio
Dositeo, che visse nel secolo VI, era di nobile condizione, allevato nel lusso e poco istruito nelle massime eterne e nelle verità religiose.
Visitando i luoghi santi di Gerusalemme il giovine fu compreso di sacro orrore alla vista di un quadro rappresentante al vivo le pene dell'inferno; e delle stesse subito appresso udi la spiegazione in una visione di cui fu favorito.
Risoluto di assicurare la sua salute eterna, demanda di essere ricevuto in un monastero della, Palestina, ripetendo: Io voglio salvare l’anima mia. Ben presto divenne l’ammirazione di quei solitari. Fu segnalato specialmente per l'intera mortificazione di sua volontà ed unione interiore con Dio. Dopo 5 anni colto da penosa e lunga malattia, la tollerò con inalterabile serenità, coronata da morte tranquilla invidiata.
Riflessione. Che valgono i beni di quaggiù, se si perde l'anima? Salvarla è l'unico nostro affare. Presenti alla mente le verità eterne, fisso in cuore il proposito «voglio salvare l'anima mia,» attendiamo sopratutto alla mortificazione della nostra volontà.
Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879