Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

15 marzo

San Clemente Maria Hofbauer
San Clemente Maria Hofbauer

San Clemente Maria Hofbauer
Sacerdote, l'apostolo di Vienna
(1751-1820)

Clemente Maria Hofbauer fu il primo a stabilire la congregazione di S. Alfonso de' Liguori oltre Alpi ed è considerato il secondo fondatore dei redentoristi. A lui, più che ogni altro, è attribuito il crollo del "giuseppinismo", la politica di giurisdizionalismo laico promossa da Giuseppe II, volta a eliminare ogni prerogativa papale sull'ordinamento ecclesiastico cattolico.

Giovanni Hofbauer nacque a Tasswitz, in Moravia, nel 1751, nono di dodici figli di un allevatore di bestiame e macellaio che aveva cambiato il suo cognome slavo Dvorak in Ilofbauer, e che morì quando Giovanni aveva solo sei anni. Fin da bambino Giovanni desiderava diventare prete, ma le ristrettezze economiche lo costrinsero a lavorare come apprendista fornaio dall'età di 15 anni. Più tardi andò a lavorare nel forno del monastero premonstratense di Bruck. La disponibilità al sacrificio che mostrò durante una carestia gli guadagnò la simpatia dell'abate, e gli fu permesso di frequentare la scuola dell'abbazia. Dopo la morte dell'abate visse come eremita fino a che l'editto dell'imperatore Giuseppe contro i romitaggi lo obbligò a riprendere la sua antica occupazione di fornaio, questa volta a Vienna.

Si recò due volte in pellegrinaggio a Roma insieme con un amico di nome Pietro Kunzmann. La seconda volta ottennero il permesso del vescovo Chiaramonti di Tivoli (il futuro papa Pio VII) di stabilirsi come eremiti nella sua diocesi ma dopo pochi mesi Giovanni comprese che la sua vera vocazione era quella del missionario e fece ritorno a Vienna.

Un giorno, dopo aver servito Messa nella cattedrale di S. Stefano, si offrì di chiamare una carrozza per due signore bloccate sotto al portico da un rovescio di pioggia. Questo incontro occasionale portò le due donne a finanziare non solo i suoi, ma anche gli studi del suo amico Taddeo Hiibl per diventare preti. I due andarono in pellegrinaggio a Roma (per Giovanni era la terza volta), decidendo di entrare nel convento dei redentoristi. Fecero la professione e furono ordinati sacerdoti nel 1785; Giovanni prese il nome di Clemente Maria.

Poco dopo venne mandato dai suoi superiori a Courland, in Lituania, per iniziare una missione. Partì quindi con Taddeo, diretto a nord; lungo il cammino incontrò il suo vecchio amico Pietro Kunzmann, ancora eremita a Tivoli, ed egli decise di unirsi a loro come fratello laico, diventando il primo novizio redentorista d'oltralpe.

A Varsavia il nunzio apostolico offrì loro la chiesa di S. Benone e Clemente, spinto dal desiderio di assicurare il servizio religioso alle diverse migliaia di cattolici tedeschi che risiedevano in quella città che era senza sacerdoti dall'epoca della soppressione dei gesuiti, scrisse a Roma e ottenne il permesso di posticipare la missione a Courland.

I redentoristi iniziarono la loro opera a Varsavia nella povertà più completa: dormivano su un tavolo e dovevano farsi prestare le pentole e le padelle per cucinare. Inizialmente predicarono nelle strade, ma quando il governo lo proibì rimasero in S. Benone, che divenne un centro di missione continua. Sebbene la loro opera fosse diretta soprattutto ai tedeschi, Clemente Maria desiderava aiutare tutti e l'arrivo del primo novizio polacco, Giovanni Podgoroski, facilitò enormemente i rapporti con gli abitanti locali. Ogni giorno si tenevano cinque catechesi, tre in polacco e due in tedesco. Molti protestanti ed ebrei si convertirono, e fu data loro un'altra chiesa, Santa Croce nel Campo.

Clemente Maria era preoccupato anche peri bambini, che soffrivano grandi privazioni a causa della guerra. Aprì un orfanotrofio vicino a S. Benone mendicando elemosine per il loro sostentamento. In una delle sue spedizioni alla ricerca di fondi un uomo che stava giocando a carte in una taverna gli rispose sputandogli in faccia. Clemente Maria non si mosse e rispose: «Questo era per me. Ora per favore fammi avere qualcosa per i miei bambini». Quell'uomo sarebbe diventato uno dei suoi penitenti più fedeli.

Fu fondata anche una scuola per ragazzi, mentre confraternite e altre associazioni aiutavano ad assicurare la loro prosecuzione. Dal momento che la comunità stava crescendo, Clemente Maria non dimenticò la sua meta originaria e inviò missionari a Courland e in altre parti della Polonia, della Germania e della Svizzera, anche se nessuna di queste iniziative sarebbe sopravvissuta alla soppressione degli ordini religiosi sancita da Napoleone. Progettò di partire per l'America nel 1806 e incoraggiò altri a fare lo stesso. Dopo vent'anni Clemente Maria dovette lasciare il suo lavoro a Varsavia. Un agente di polizia rischiò la vita avvisando i redentoristi della loro imminente espulsione, così che si fecero trovare preparati per la visita ufficiale che avvenne il 20 giugno 1808. Dopo essere stati portati alla fortezza di Ciisturin sulla riva dell'Oder, vennero mandati ognuno al proprio paese d'origine con la motivazione che influenzavano i loro compagni e la popolazione che era solita radunarsi intorno alla prigione per ascoltarli cantare inni. Clemente Maria, però, decise di stabilirsi a Vienna nella speranza di fondare una casa di redentoristi là, in caso di revoca delle leggi di Giuseppe II. Dopo grandi difficoltà, tra cui un altro arresto alla frontiera austriaca, riuscì a raggiungere Vienna, dove sarebbe rimasto per gli ultimi dodici anni della sua vita.

Dopo aver esercitato il suo ministero nel quartiere italiano, venne nominato cappellano delle suore orsoline e rettore della chiesa pubblica adiacente al loro convento. Là era libero di predicare, confessare ed esercitare il suo ministero di prete. Presto da questo centro si produsse un nuovo entusiasmo che si trasmise alla vita religiosa di Vienna. Il suo confessionale era frequentato non solo dai poveri e dalla gente semplice, ma da ministri dello stato e da professori universitari.

Clemente Maria, insieme ai suoi amici e penitenti, uno dei quali era il principe Ludovico di Baviera, furono i principali oppositori al tentativo del Congresso di Vienna di costituire una Chiesa tedesca, indipendente dal papa. Forse la sua opera più importante fu l'apertura di un collegio cattolico i cui studenti arrivarono a occupare posizioni importanti in ogni campo e molti divennero preti o monaci. Durante tutta la sua vita Clemente Maria ebbe una grande attenzione verso i malati: si dice che abbia assistito duemila morenti, venendo chiamato dai ricchi e dai poveri. Il suo atteggiamento verso i protestanti era di comprensione e di apprezzamento: nel 1816 scriveva a un amico: «Se la Riforma in Germania prese piede, non fu per i filosofi e gli eretici, ma per gli uomini che aspiravano realmente alla religione interiore».

Nonostante le sue opere e l'aiuto dato a tutti, Clemente Maria rimase l'oggetto di ostilità da parte dei sostenitori del giuseppinismo. Una volta gli fu impedito di predicare e venne anche accusato di essere una spia del Vaticano. Il cancelliere chiese la sua espulsione, ma Francesco I, udendo i commenti positivi dell'arcivescovo e di papa Pio VII su di lui, decise di prendere i redentoristi sotto la sua protezione e promise un riconoscimento legale della congregazione. I due obiettivi principali di Clemente Maria erano in questo modo raggiunti: la fede cattolica aveva ancora una volta avuto il sopravvento e la sua amata congregazione sarebbe stata saldamente stabilita sul suolo tedesco. Fece una predizione: «I problemi della congregazione non saranno risolti se non dopo la mia morte. Abbiate pazienza e fiducia in Dio. Avrò da poco esalato l'ultimo respiro che sorgeranno numerose case».

Nel 1820, nonostante i numerosi problemi di salute, era ancora attivo. Il 9 marzo dovette affrontare una tormenta di neve per celebrare una Messa di requiem per la principessa Jablonovska, che lo aveva aiutato quando era a Varsavia. Sei giorni dopo morì. Tutta la popolazione di Vienna si radunò in strada per rendergli omaggio e per accompagnare la salma fino alla cattedrale. Venne canonizzato nel 1909 da papa S. Pio X, che lo dichiarò santo patrono di Vienna.

Con il permesso di: Sito web Santo del giorno