Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

8 agosto

San Ciriaco, Diacono e Martire
San Ciriaco

Santi Ciriaco
e compagni
Martiri
(† 303)

A spegnere il nome cristiano con nuovo genere di supplizi l'imperatore Diocleziano faceva costruire le magnifiche Terme. Vi lavoravano i fedeli, ma sottoposti a immense fatiche e senza il necessario alimento. Mosso da pietà, un certo Trasone risolvette di assisterli, delegando a ministri delle sue carità Ciriaco, Largo e Smaragdo. Difficile era il carico, nondimeno eglino gareggiavano di zelo. Si intromettevano tra gl'illustri confessori, provvedevano a ogni loro bisogno e gl' infervoravano alla perseveranza.

Ciriaco, appena ordinato diacono della Chiesa romana, con più fervore si adoperava in quel pio ministero, né gli cedevano di zelo Largo e Smaragdo, onde furono colti tutti e tre all' improvviso nell' atto che portavano i viveri ai santi confessori. In pena di che vennero condannati a travagliarsi intorno alle Terme, carico da essi accettato con giubilo, perché offriva loro occasione di raddoppiare di carità

Accusati, Massimiano li fece rinchiudere in oscura prigione. Il buon Dio non permise, che tanta virtù rimanesse cola sepolta, poiché anco rinchiusi poterono esercitare mille atti di pietà, carità e misericordia. Finalmente furono lasciati partire da Roma, allorché Diocleziano s'avviava a visitare alcune provincie dell'impero. Massimiano li fece catturare tutti e tre, perché non cessavano di predicare la buona novella. A Ciriaco, come il più fervoroso, fu fatto versare bollente pece sul capo. Indi, steso sopra il cataletto, era egli a colpi di verga barbaramente percosso. Infine vennero tutti, con altri venti martiri, decapitati il 16 marzo del 303.

Riflessione. La buona e sincera carità verso del prossimo non tiene conto dei propri agi, ma spontanea si sacrifica per l'altrui bene. Se ci si offre a dunque occasione opportuna di giovare spiritualmente altrui, deh! non la trascuriamo. Salva, dice lo Spirito Santo, coloro che s'incamminano alla morte. Tu dici: mi manca il potere e la forza; domandale, e chi legge e penetra nel cuore te l'accrescerà. Se il nostro divino Salvatore, riflette qui opportunamente il Crisostomo, ha patito per cagiona nostra, perché non vorremo noi riconoscere per nostre membra il prossimo, rapirlo alle fauci del tentatore e indirizzarlo sul cammino della virtù?

Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879