Vite dei Santi
i nostri modelli e protettori

Bouquet spirituale:

5 giugno

San Bonifacio
San Bonifacio

San Bonifacio
Vescovo e Martire
(680-754)

Dopo aver celebrato le virtù del Patriarca dei Monaci dell’Occidente e descritto gli aspetti fondamentali della sua Regola S. S. Pio XII, nell’Enciclica «Fulgens radiatur», data per il XIV Centenario della morte di san Benedetto, ha messo in rilievo lo straordinario influsso del suo Ordine fondato per il solo servizio di Dio.

L’influsso dell’Ordine Benedettino. La Storia ne fa testimonianza. «Durante quell’epoca di tenebre, in cui regnava l’ignoranza degli uomini e il disordine delle cose, i figli di san Benedetto furono quasi gli unici a conservare intatte le opere di dottrina e di letteratura, e trascriverle con cura, e a commentarle. Furono anche i primi a coltivare le arti, le scienze, l’insegnamento, e a diffonderli in tutti i modi.

«I Sommi Pontefici mandarono appunto essi per diffondere con successo fino agli estremi confini del mondo il regno pacifico di Gesù Cristo, non con la spada, con la costrizione o con la morte, ma con la Croce e con l’aratro, con la verità e la carità. Dovunque infatti volgevano i loro passi quelle schiere disarmate, composte di predicatori della religione cristiana, di artigiani, di operai, di maestri nelle scienze divine e umane, subito la terra fin allora abbandonata ai rovi e alle spine era attraversata da solchi; le arti pratiche e le belle arti vi facevano sorgere le loro dimore; gli abitanti, tratti dalla loro vita selvaggia e bruta, venivano formati ai costumi sociali e alla civiltà; poiché davanti ad essi risplendeva come una luce l’ideale della dottrina e delle virtù evangeliche.

«Innumerevoli apostoli, ardenti di celeste carità, percorsero le regioni inesplorate e turbolente dell’Europa. Le irrorarono dei loro sudori e del loro sangue generoso, e dopo averne pacificato i popoli hanno recato la luce della verità cattolica e della santità...

«Difatti, non solo la Gran Bretagna, le Gallie, l’Olanda e la Frigia, la Danimarca, la Germania, la Pannonia e i paesi scandinavi, ma anche molti popoli slavi si gloriano di aver avuto come apostoli i monaci che essi considerarono l’onore della loro storia e gli illustri fondatori della loro civiltà».

San Bonifacio. Fra questi appunto è il santo che la Chiesa propone oggi alla nostra ammirazione, al nostro culto, alla nostra riconoscenza. Dapprima monaco zelante e studioso, si rivelò presto la sua vocazione di missionario, e i suoi successi apostolici furono tali che Papi e Sovrani ricorsero a lui, non solo per convertire i popoli pagani, ma per organizzarli, per fondare e riformare delle chiese. Fu vescovo, legato, diplomatico. Giustamente, il Papa Gregorio II cambiò il suo nome da Winfrido in quello di Bonifacio, cioè Benefattore. Fu uno dei più insigni personaggi della Chiesa nell’vin secolo e forse il suo più grande santo. Ha coronata la sua meravigliosa vita con il martirio, mostrando che sempre e dovunque, non era stato guidato che dal più puro amore di Dio e degli uomini.

Vita. San Bonifacio nacque verso il 680 nel regno Anglosassone del Wessex. A sette anni entrava nell’abazia di Exeter. Mandato a quella di Nursling per continuarvi gli studi e quindi per insegnarvi, si distinse per la sua fedeltà nell’osservanza della regola e per lo zelo nel predicare ai grandi e ai piccini dei dintorni.

Il suo desiderio di portare la verità ai pagani lo spinse a partire insieme con altri tre compagni per la Frigia dove rimase poco tempo. Tornò al suo monastero e ne ripartì nel 718 per andare a Roma. Il Papa Gregorio II gli consegnò una lettera d’investitura per predicare la fede agli idolatri della Germania. San Bonifacio si diresse verso la Baviera e la Turingia, quindi si stabilì nella Frigia che i Franchi avevano appena conquistata e dove già si trovava san Villibrordo. In capo a tre anni, raggiungeva l’interno della Germania ed evangelizzava l’Hesse. Nel 722 Gregorio II lo consacrava vescovo ma senza dargli una diocesi fissa. Nel 724 era in Turingia, donde passava in Baviera per istituirvi numerosi vescovadi tanto che in venti anni tutte le regioni della Germania soggette ai Franchi furono evangelizzate. Dopo la morte di Carlo Martello, intraprese insieme con il figlio di lui Pipino la riforma della Chiesa franca, convocò concili per reprimere la simonia e fece proclamare la sottomissione dei vescovi al Vicario di Gesù Cristo. Si stabilì nel 747 a Magonza, ma avendo voluto far ritorno in Frigia, fu martirizzato a Dokkum il 5 giugno del 754. Il suo corpo fu riportato al monastero di Fulda, dove è oggetto della venerazione di tutta la Germania cattolica di cui è il Patrono.

Preghiera.

Davanti allo zelo della tua anima, alla grandezza delle tue opere e alla gloria del tuo martirio, l’ammirazione uguaglia in noi la riconoscenza, o san Bonifacio, a cui tanti popoli sono debitori. Senza di te infatti il santo impero non sarebbe stato possibile; senza di te la Chiesa franca sarebbe perita a causa del suo clero simoniaco; senza di te intere nazioni – dall’Olanda al Tirolo – sarebbero rimaste barbare ed idolatre. Ci rallegriamo quindi della ricompensa che il Signore ti dà nella sua eternità.

«Porrò in Sion la mia allegrezza, e nel mio popolo la mia gioia; e non vi si sentiranno più voci di pianto né voci d’angoscia. I miei eletti non s’affaticheranno invano né gemeranno nell’agitazione, perchè sono la stirpe benedetta dal Signore, e con essi i loro discendenti» (Is. 65, 19, 23). Che queste parole si verifichino sempre di più. L’eresia è venuta a contaminare il campo del tuo apostolato, e dopo tante guerre crudeli, i popoli cercano di ricostruire in Europa l’unità e la pace che tu avevi tanto contribuito ad assicurare. Possano i loro capi comprendere che non si ritroverà questa unità e questa pace se non con il ritorno alla fede che tu hai predicata, con l’obbedienza alla Chiesa e al Papa di cui tu hai dato l’esempio.

Intercedi per noi! chiedi a Dio di suscitare nel nostro mondo moderno apostoli potenti in opere e in parole come fosti tu. Vieni nuovamente a salvare l’Europa dall’anarchia, distruggendo l’impero di Satana e restituendoci la fede.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959; Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879