Bouquet spirituale:
11 giugno
Il senso cristiano della storia. La promulgazione della nuova alleanza è venuta ad invitare tutti i popoli a prender posto al banchetto del regno di Dio. Da allora, come abbiamo notato, lo Spirito santificatore produce i Santi nel corso dei secoli, in determinate ore che corrispondono spesso ai più profondi disegni della eterna Sapienza sulla storia dei popoli. Non dobbiamo stupirne. Ai popoli cristiani, come nazioni fu assegnato un compito nello sviluppo del regno dell’Uomo-Dio, e questa vocazione conferisce loro dei doveri e dei diritti superiori alla legge naturale; l’ordine soprannaturale li ha investiti di tutte le sue grandezze, e lo Spirito Santo presiede per mezzo dei suoi eletti al loro sviluppo come alla loro nascita. Giustamente quindi noi ammiriamo nella storia questa meravigliosa provvidenza che agisce in mezzo ai popoli, talvolta a loro insaputa, e che domina con l’influsso nascosto della santità dei piccoli e degli umili l’azione dei potenti i quali sembrano guidare tutte le cose secondo la loro volontà.
Riconoscenza verso gli apostoli... Ma fra i santi che ci appaiono come il canale delle grazie destinate ai popoli ve ne sono di quelli che la riconoscenza universale deve dimenticare meno di tutti gli altri: sono gli Apostoli, posti come fondamento alla base dell’edificio sociale cristiano (Ef. 2, 20) di cui il vangelo costituisce la forza e la prima legge. La Chiesa vigila con ogni cura per evitare ai suoi figli il pericolo di una dimenticanza così funesta; nessuna stagione liturgica è priva del ricordo di questi gloriosi testimoni di Cristo. Ma dopo il Tempo pasquale, i loro nomi tornano più spesso sul calendario e ciascun mese attinge d suo splendore, in gran parte, dal trionfo di qualcuno di essi.
…e verso san Barnaba. Il mese di giugno, ardente dei recenti fuochi della Pentecoste, vede lo Spirito Santo porre le prime assisi della Chiesa sui suoi fondamenti predestinati; meritava giustamente di essere scelto per ricordare al mondo i grandi nomi di Pietro e di Paolo, i quali compendiano i servigi e la gloria dell’intero collegio apostolico. Pietro proclamò l’ammissione dei gentili alla grazia del Vangelo; Paolo fu dichiarato il loro apostolo. Ma ancor prima di avere, come è giusto, reso gloria al potente principato di queste due guide del popolo cristiano, l’omaggio delle genti si rivolge in questo giorno alla guida di Paolo stesso agli inizi del suo apostolato, al figlio di consolazione (Atti 4, 36) che presentò il convertito di Damasco alla Chiesa provata dalle violenze di Saulo il persecutore. Il 29 giugno trarrà il suo splendore dalla confessione simultanea dei due principi degli Apostoli uniti nella morte come nella vita. Sia reso dunque onore innanzi tutto a colui che strinse all’inizio questa feconda unione, conducendo al capo della Chiesa nascente il futuro dottore della gentilità (Atti 9, 27)! Barnaba si presenta a noi come vessillifero; la festa che gli consacra la Chiesa è il preludio dei gaudi che ci attendono alla fine di questo mese così ricco di luce e di frutti di santità.
Vita. San Barnaba, giudeo e levita, nacque a Cipro. Venne presto a Gerusalemme e fu tra i primi cristiani. Devotissimo alla Chiesa vendette un campo e ne depose il ricavato ai piedi degli Apostoli. Questi avevano già cambiato il suo nome Giuseppe in quello di Barnaba o « figlio di consolazione », il che significa che egli aveva il dono di esortare e di consolare. Fu lui che presentò Saulo agli Apostoli dopo la sua conversione sulla via di Damasco, e che più tardi, associandolo al suo ministero in Antiochia, lo iniziò alla vita apostolica presso i pagani. Entrambi furono presto designati dallo Spirito Santo per portare il Vangelo a Cipro e nella Galazia meridionale, ad Antiochia di Pisidia, a Iconio e a Distri. Tornarono a Gerusalemme, dove ebbero una parte importante nel primo concilio e quindi furono nuovamente ad Antiochia: qui si separarono, e san Barnaba ritornò a Cipro. Uno scritto del V secolo ci riferisce che vi sarebbe morto martire, lapidato e bruciato dai Giudei venuti dalla Siria a Salamina.
Sotto la guida dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo stesso ha fatto il tuo elogio chiamandoti negli Atti (Atti 11, 24), «un uomo buono, pieno di Spirito Santo e di fede». Egli stesso ti aveva ispirato di spogliarti dei tuoi beni per essere libero di predicare il Vangelo. Egli ti indicò agli Anziani di Antiochia perché fossi mandato insieme con Paolo come nuovo apostolo verso i Gentili. Egli ancora volle che introducessi il convertito di Damasco presso il Collegio apostolico, che lo traessi dalla sua solitudine e lo accompagnassi nella sua prima missione.
Ricordare questi episodi è la più bella lode che possiamo celebrare in tuo onore. Noi siamo lieti di ripeterli e, nominandoti ogni giorno insieme alla Chiesa nel Canone della Messa, di prendere meglio coscienza del compito di protettore che Dio ti ha dato nei nostri riguardi.
Poiché sei in tal modo presente a ognuna delle nostre Messe, unisci la tua preghiera alla nostra, affinché secondo i voti della Chiesa in questo giorno « otteniamo dalla grazia del Signore i benefici che per tuo mezzo gli domandiamo (Colletta); affinché il santo sacrificio ci purifichi dalle sozzure dei nostri peccati (Secreta) e affinché, nutrita dell’Eucaristia, tutta la nostra vita consacrata al suo servizio sia accetta al Signore » (Poste). E se accade che nelle prove presenti ci sentiamo scoraggiati e pieni di tristezza, ricordati dei doni soprannaturali che lo Spirito Santo ha elargito con tanta abbondanza al tuo cuore di Apostolo: rianima la nostra fiducia e sii il nostro consolatore.
Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, Il Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959; Le Vite dei Santi per ciascun giorno dell’anno, Milano, Presso Carlo Barbini, editore, 1879