Vite dei Santi
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Bouquet spirituale:

24 maggio

Santa Maria Ausiliatrice
Santa Maria Ausiliatrice

Santa Maria Ausiliatrice

Maria durante il Tempo Pasquale. Da quando siamo entrati nelle gioie pasquali, si può dire che il ciclo liturgico non ha mai cessato di condurci, giorno per giorno, nuovi nomi da salutare, nuove glorie da onorare! e tutti questi nomi, e tutte queste glorie si sono mostrate a noi radiose del fuoco che emana dal sole della Pasqua. Nondimeno nessuna festa consacrata a Maria, è venuta finora a rallegrare i nostri cuori, rammentandoci qualcuno dei misteri o qualcuna delle meraviglie di questa augusta Regina. Sembra che la santa Chiesa voglia onorare, in un rispettoso silenzio, i quaranta giorni, durante i quali Maria, dopo tante angoscie, si riposa nel possesso del suo figliolo risorto. Meditando il mistero pasquale nel corso di questo arcano periodo, dobbiamo dunque aver cura di non separare mai il figlio dalla madre; e allora resteremo nella verità. Gesù, durante quei quaranta giorni, ha frequenti comunicazioni coi suoi discepoli, uomini deboli e peccatori! Potrà egli separarsi un istante dalla madre sua, alla vigilia della nuova ed ultima prova che ella dovrà subire, quando le porte del cielo si apriranno per ricevere il figlio?

Molto spesso Gesù si mostra ai suoi sguardi, ricolmandola delle sue carezze filiali, ma anche negli intervalli di queste visite, egli non l’abbandona; non solamente il suo ricordo, ma pure la sua presenza resta completa nell’anima di Maria, con tutto l’incanto di un intimo ed ineffabile possesso. Nessuna festa avrebbe potuto esprimere un simile mistero! Nondimeno lo Spirito Santo, che governa i sentimenti della santa Chiesa , ha fatto nascere nel cuore dei fedeli il pensiero di rivolgere speciale omaggio a Maria durante il corso del mese di maggio, che trascorre fra le gioie del Tempo Pasquale. Senza dubbio, felici armonie hanno aiutato la devozione per lei, a concepire l’idea gentile di consacrare il maggio a Maria; ma, se riflettiamo all’influenza celeste e misteriosa che tutto conduce nella Chiesa, capiremo che esiste, alla base di questa determinazione, un ‘intenzione divina di unire alle allegrezze materne di cui sovrabbonda, in questi giorni, il cuore immacolato di Maria, la gioia che riempie i cuori dei suoi figli della terra, nel corso di questo mese completamente impiegato a celebrare le sue meraviglie e la sua misericordia.

La festa di oggi. Ora, ecco, in questo giorno, una festa di Maria! Affrettiamoci a dire che essa non è iscritta nel calendario universale della santa Chiesa; ma aggiungiamo allo stesso tempo che si è talmente diffusa, con l’approvazione della Sede Apostolica, che questo Anno Liturgico sarebbe stato incompleto se non avessimo dato un posto a questa solennità. Il suo scopo è di onorare la Madre di Dio sotto il titolo di Aiuto dei cristiani, appellativo meritato per gl’innumerevoli favori che questa potentissima Ausiliatrice non cessa di effondere sulla cristianità. Dal giorno in cui lo Spirito Santo discese su Maria nel Cenacolo, affinché ella cominciasse ad esercitare, sulla Chiesa militante, il suo potere di Regina, fino alle ultime ore che durerà questo mondo, chi potrebbe enumerare tutte le occasioni nelle quali ella ha segnalato o segnalerà la sua azione protettrice sugli eredi del figlio suo?

Le eresie sono sorte di volta in volta, appoggiate dal braccio dei potenti della terra! sembrava che dovessero divorare la stirpe dei fedeli; ma esse ono cadute, di volta in volta, le une sulle altre, atterrate da un colpo mortale! e la santa Chiesa ci rivela che è stato il braccio di Maria a sferrare il colpo. Se scandali inauditi e tirannie senza nome sono sembrati intralciare per un momento il cammino della Chiesa, il braccio sempre armato dell’invincibile Regina ha poi reso libero il passaggio! e la Sposa del Redentore ha avanzato libera e fiera, lasciando dietro di sé gli ostacoli spezzati ed i suoi nemici abbattuti. È proprio richiamando alla memoria tante meraviglie che il grande Papa san Pio V, l’indomani della vittoria di Lepanto, durante la quale la nostra augusta trionfatrice aveva annientato per sempre la potenza navale dei Turchi, giudicò che era venuto il momento d’iscrivere nelle Litanie della santa Vergine, al seguito dei titoli di cui la Chiesa la saluta, quello di Aiuto dei cristiani, Auxilium Christianorum.

Il ritorno a Roma di Pio VII. Era riservato al secolo scorso di vedere Pio VII, riprendere questo bel titolo e farne l’oggetto di una festa commemorativa dei soccorsi che Maria si è degnata dare ai cristiani in tutte le epoche. Ed il giorno che ne è stato stabilito non poteva essere scelto meglio.

Il 24 maggio dell’anno 1814, Pio VII rientra a Roma, tra le acclamazioni di tutto il popolo. Egli esce da una prigionia di cinque anni, durante la quale il governo della cristianità è stato totalmente sospeso. Le potenze, coalizzate contro il suo oppressore, non hanno avuto l’onore di spezzarne i ferri; e stato colui che lo riteneva lontano da Roma, a dichiararlo libero di ritornarvi fin dagli ultimi mesi dell’anno precedente; ma il Pontefice ha voluto prender tempo e il 25 gennaio lascia Fontainebleau. Roma, nella quale egli rientra, è stata unita all’impero francese, cinque anni prima, con un decreto nel quale si leggeva il nome di Carlo Magno; essa, la città di san Pietro, si è vista ridotta ad un capoluogo di dipartimento, amministrata da un prefetto e, quasi a cancellare per sempre il ricordo di ciò che fu la città dei Papi, il suo nome è stato dato come appannaggio al presunto erede della corona imperiale di Francia.

Quale giorno è quello del 24 maggio, che illumina il ritorno trionfale del Pontefice in qualità di Pastore e di Sovrano, tra le mura di quella sacra città, da dove una notte era stato strappato da alcuni soldati! Gli eserciti vengono incontrati sulla via, percorsa da Pio VII a piccole tappe, e l’Europa s’inchina di fronte al suo diritto. Tale diritto sorpassa in antichità, come in dignità, quello di tutti i re; e tutti, senza distinzione per gli eretici, gli scismatici, ed i cattolici, si faranno un dovere di riconoscerlo solennemente.

Ma ciò non ci rivela ancora completamente la grandiosità del prodigio che si è degnata operare la potentissima Ausiliatrice. Per comprendere la realtà, è importante ricordarsi che testimone di questo fatto meraviglioso è il secolo XIX; che lo vede effettuato durante gli anni e in cui subisce ancora il giogo ignominioso del volterianismo, in cui vivono ancora in ogni luogo gli autori e i complici dei delitti e dell’empietà che furono quasi il coronamento del XVIII secolo. Tutto sembrava contrario ad un risultato così pieno ed inatteso; la coscienza cattolica era lungi dall’essere allora risvegliata, come lo fu più tardi; l’azione celeste doveva manifestarsi direttamente; ed è per rivelare al mondo cristiano questa realtà, che Roma ha consacrato annualmente la giornata del 24 maggio in trofeo a Maria Aiuto dei Cristiani.

Restaurazione del trono Pontificio. Cerchiamo adesso di capire l’intenzione divina nella doppia restaurazione che oggi Cristo opera per mezzo delle mani della sua augusta madre. Pio VII era stato condotto via da Roma e detronizzato; egli vi viene ristabilito come Papa e come sovrano temporale. Nei giorni della festa della Cattedra di san Pietro a Roma e ad Antiochia , noi abbiamo esposto la dottrina della Chiesa, la quale c’insegna che la successione ai diritti conferiti da Cristo a san Pietro è legata alla qualità, di Vescovo di Roma. Ne segue che la residenza in questa città è, allo stesso tempo, di diritto e di dovere del successore di Pietro salvo il caso in cui, nella sua sapienza, egli giudichi di allontanarsene per qualche tempo. Colui dunque, che coi mezzi della forza materiale costringe il Sommo Pontefice a stare fuori di Roma, o l’impedisce di risiedervi, agisce contro la volontà divina; poiché il pastore deve abitare in mezzo al suo gregge. Ed essendo stata la Chiesa Romana preposta da Cristo alle altre Chiese del mondo, queste hanno diritto di trovare in Roma, predestinata ad un tale onore da tutto il suo passato, colui che allo stesso tempo è il Dottore infallibile della fede e la sorgente di ogni potere spirituale.

Il primo beneficio di cui oggi noi siamo debitori verso Maria, è dunque quello di avere restituito lo Sposo alla Sposa, e ristabilito nelle sue condizioni normali il governo supremo della santa Chiesa.

Il secondo favore, è di avere ridato al Pontefice il potere temporale, che è la garanzia più sicura della sua indipendenza nell’esercizio del potere spirituale. Tristi fatti riportati dalla storia, hanno rivelato più di una volta i danni di uno stato di cose che mette il Papa alle dipendenze di un principe; e l’esperienza del passato, dimostra che la città di Roma, se non restasse sotto il dominio del papato, potrebbe incorrere, agli occhi della cristianità, nel rimprovero di non avere sempre saputo vegliare alla libertà ed alla dignità della Chiesa nell’elezione del Sommo Pontefice, La sapienza divina ha provveduto al bisogno dell’immenso gregge di Cristo preparando, fin dall’inizio, le basi del dominio temporale del papato su Roma ed il suo territorio, anche prima che la spada dei Franchi intervenisse per vendicare, per costituire ed ingrandire quel prezioso dominio che è un bene della cristianità. Chiunque osa invaderlo, reca il più palese attentato alla libertà di tutta la Chiesa; e noi, un mese fa, abbiamo udito il grande dottore sant’Anselmo, quando c’insegnava che « Dio null’altro ama tanto in questo mondo, quanto la libertà della sua Chiesa ». Ed è per questo che l’ha sempre rivendicata.

La sovranità pontificia. La sovranità pontificia su Roma e sul territorio annesso alla Chiesa, attinge dovunque la sua ragione di essere nella necessità di ordine soprannaturale. Ne segue che questa sovranità sorpassa in dignità tutte le altre, e che, essendo votata al servizio di Dio sulla terra, essa deve considerarsi come cosa sacra. Chiunque osa violarla, non è più solamente un depredatore, ma un sacrilego; e gli anatemi della Chiesa cadono su di esso con tutto il loro peso. La storia intera è lì per ripeterci quanto è stata penosa la sorte di tutti quei principi che, avendone sfidato l’anatema, hanno poi trascurato di dare soddisfazione alla Chiesa, osando così affrontare la giustizia di colui che ha conferito a Pietro il potere di legare e di sciogliere.

E finalmente, essendo la sovranità il fondamento di tutte le società umane, ed essendo necessaria la sua conservazione sulla terra per portare al più alto grado il mantenimento dell’ordine e della giustizia, essa deve essere salvaguardata prima di tutto in colui che quaggiù ne è la più alta espressione; ossia nel Romano Pontefice, i cui diritti temporali sono i più antichi, come oggi possiamo costatare, e nel quale, il supremo potere spirituale accresce anche la dignità regale. Chiunque attacca o rovescia la sovranità temporale del Papa, attacca e rovescia tutte le altre, poiché non ve ne è una che possa sostenere il paragone con questa, non una che possa pretendere di essere risparmiata, se questa soccombe.

Gloria sia, dunque, a Maria in questo ventiquattresimo giorno di maggio, consacrato a riconoscere il doppio aiuto che ci ha elargito, spiegando la potenza del suo braccio per operare, in un medesimo tempo, la salvezza della Chiesa e quella della società! Uniamoci alle vive acclamazioni dei Romani che, in un comune entusiasmo, facevano risuonare l’Alleluia della Pasqua e l’Osanna al Vicario di Dio, al Padre della Patria. Il ricordo di san Pietro liberato dalla prigione e reso alla libertà, si librava su quella folla trasportata dall’amore per quel Pontefice che tante dolorose prove avevano reso anche più augusto. Alla carrozza che avanzava lungo la via Flaminia furono staccati i cavalli e venne trascinata dai cittadini, pazzi di gioia, fino alla Basilica Vaticana, ove il Pontefice voleva affrettarsi ad innalzare il suo inno di ringraziamento sulla tomba del Principe degli Apostoli.

Maria e la conversione di Napoleone. Ma non finiamo questa giornata senza aver celebrato il misericordioso intervento della nostra potente Ausiliatrice. Se qualche volta ella si mostra terribile nella protezione che effonde sul suo popolo, il suo cuore di madre non potrebbe impedirle di aver pietà dei vinti; anche ad essi, quando si umiliano, sa dimostrarsi Ausiliatrice. Testimonio ne è il grande guerriero, di cui ella trionfò il ventiquattro maggio, e che la sua bontà intraprese poi a portare a ravvedimento, riconducendolo alla fede dei suoi padri. Un giorno Pio VII vide arrivare un messaggio da Sant’Elena: il principe detronizzato, sul quale egli aveva versato il sacro olio a Notre Dame, e che poi aveva avuto la disgrazia di attirare su di sé quelle folgori spirituali di cui Dio stesso dispone l’uso, domandava al Pontefice, all’unico Re di Roma, il favore di non lasciarlo vivere più a lungo privato di quei Misteri di cui il sacerdozio cattolico è il ministro accreditato dal cielo. Maria aveva in vista una seconda vittoria! Pio VII , di cui il principe, durante i giorni del suo esilio, non pronunciava il nome che con grande commozione, e che chiamava «un agnello»; Pio VII, che aveva, di fronte agli occhi di tutta l’Europa, offerto asilo in Roma ai membri di quella famiglia decaduta contemporaneamente da tanti troni, si affretta ad esaudire il voto del suo antico avversario; e, ben presto, il Sacrificio che riconcilia il cielo e la terra viene offerto alla presenza del vinto, in quell’isola inglese e protestante. Maria avanzava nella sua conquista.

Ma la divina giustizia, prima di perdonare, voleva che l’espiazione fosse completa e solenne. Colui che, restituendo gli altari alla Francia, fu istrumento di salute per tanti milioni di anime, non doveva perire; ma aveva osato tener prigioniero il Sommo Pontefice nel castello di Fontainebleau; e fu in quel medesimo castello di Fontainebleau e non altrove, che dovette firmare l’atto della sua abdicazione. Egli aveva tenuto per cinque anni tra i ferri il Vicario di Dio; e gli vennero inflitti cinque anni di prigionia, di sofferenze e di umiliazioni. Una volta compiuta la legge del taglione, il cielo lasciò a Maria la cura di completare il suo trionfo. Riconciliato con la Chiesa sua madre, munito dai divini Sacramenti che purificano ogni anima e la preparano per l’eternità. Napoleone rese la sua anima a Dio il cinque maggio, nel mese consacrato a Maria. «Dio è pio e misericordioso, pius et misericors» dice la Sapienza nel libro dell’Ecclesiastico (Eccli. 2, 13). Anche Maria è pia e misericordiosa; ed è per questo che la salutiamo oggi con questo bel titolo di Ausiliatrice. Che si tratti della salvezza di tutta la Chiesa o di quella di un’anima in particolare, Maria è e resta per sempre l’Aiuto dei cristiani. Dio l’ha voluta così e noi entriamo nelle sue intenzioni, quando professiamo una fiducia illimitata nel braccio di una regina così potente nel cuore di una sì tenera madre.

Preghiera a Maria, Aiuto dei Cristiani

O Maria, Aiuto dei Cristiani, tu sei la speranza delle anime nostre; ed esse sono minacciate dallo stesso nemico che rivolge i suoi attacchi alla società umana. Tu, o Maria, hai riportato trionfi clamorosi per la salvezza dei tuoi figli; non ti stancare, te ne supplichiamo, di essere il soccorso dei poveri peccatori. Sei soprattutto tu, e lo provano i fatti, che Gesù aveva in vista, quando, volendo riempire di convitati la sala del banchetto eterno disse ai ministri del suo amore: «Sforzateli a entrare» (Lc. 14, 23).

Le nostre supplichevoli voci si elevano verso di te, Madonna Ausiliatrice, poiché la necessità c’incalza; ma ci guardiamo bene dal dimenticare i particolari doveri che dobbiamo renderti in questi giorni, in cui la santa Chiesa onora le comunicazioni ineffabili che avesti col tuo figliolo risuscitato. Con quale delizia ella si unisce alla felicità che ha improvvisamente sostituito, nell’anima tua, le angoscie del Calvario e del sepolcro! È alla madre consolata e trionfante nel suo figliolo, che offriamo, insieme ai fiori della primavera, l’omaggio annuale delle nostre lodi, durante tutto il corso di questo mese; l’incanto e lo splendore del quale, sono tanto in armonia con la tua immortale bellezza. Ricambiaci, conservando alle anime nostre la luce che esse hanno attinto dalla Pasqua al contatto con Gesù risorto, e degnati di prepararci tu stessa, a ricevere degnamente i doni dello Spirito Santo che verrà presto, risplendente del fuoco della Pentecoste, a suggellare per mezzo della discesa in noi, l’opera della rigenerazione pasquale.

Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico, I. Avvento – Natale – Quaresima – Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959

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